Elegia e Polka, due inediti per quartetto d'archi di Dmitrij Sostakovic (1906-1975) vennero pubblicati postumi nel 1983. I manoscritti indicano come data di composizione il 1931 - sette anni prima dell'avvio della serie mirabile dei Quartetti - mentre la dedica è destinata al Quartetto Vuillaume. I due brani, considerati un'unica breve opera, raccontano episodi del tutto contrastanti.
In Elegia rivive l'aria di Katerina alla fine del primo atto della Lady Macbeth di Mzensk, l'opera che debutterà nel 1934, ma la cui stesura nel '31 era già avviata. Un'armonia spoglia, come piaceva a Satie, è stato detto, ma certo priva del suo aspetto derisorio; un canto che sembra annunciare la romance del Secondo Quartetto, un intimismo lirico, ribadito nel morendo conclusivo, che sappiamo tratto costante della personalità dell'autore, capace invero di sorprenderci sempre: come accade, per l'audacia dell'accostamento, anche con Polka, la cui matrice risale al balletto L'età d'oro (1930), dove a quel ritmo vivace e irriverente danzava "l'angelo della pace".
In questa versione, la parte riservata allo xilofono è trascritta per violino solo, pizzicato. Uno schizzo brillante e sarcastico, una fulminea parodia, luogo espressivo carissimo all'autore.
Sandro Cappelletto