Composti nel 1880 per il metodo Labert & Stark, uno dei maggiori successi didattici della fine dell'Ottocento, a cui contribuirono Liszt, Rubinstein, Kullak, Moscheles, Saint-Saëns, Heller, Henselt, Kirchner, Bendel, Bargiel e tra gli italiani pure Martucci, Golinelli, Bassani, Palumbo e Sangalli, i "Due studi da concerto" op. 10, pur sfruttando in modo esemplare le sonorità del pianoforte, sono di esecuzione molto difficile, non essendoci sempre un perfetto equilibrio tra risultato e difficoltà tecniche. Il primo, in re bemolle maggiore, è uno studio su morbide sonorità in una complicata scrittura di accordi ribattuti e doppio meccanismo scritto nella classica forma ABA. Il secondo, in fa diesis minore, alterna un agitato moto perpetuo ad un mistico corale che porta grandiosamente alla conclusione in un profluvio di arpeggi ed accordi.
Francesco Caramiello