I Tre notturni op. 20 furono composti in periodi diversi. Il primo in si minore, fu pubblicato dalla casa editrice Manganelli nel 1873 nella rivista La palestra musicale di Roma. Il secondo in sol maggiore e il terzo in do minore, furono scritti prima del 1887, anno della pubblicazione del trittico da parte di Schott. I primi due sono vicini al gusto francese e in particolare a Faurè, e il secondo, con la sua gracile eleganza e i suoi movimenti cromatici che ripiegano costantemente su loro stessi dando l'idea di un continuo gioco, fa pensare addirittura a certe composizioni di Poulenc. Il terzo, in do minore, si distingue per la scrittura più densa e per le ossessive ripetizioni del primo tema che nella terza parte viene sovrapposto al secondo tema e ad un drammatico ostinato del basso. Un corale consolatorio conclude il pezzo. L'invenzione pianistica di questo notturno, inizialmente debitrice a Chopin, anticipa come in altri brani di quest'autore, Rachmaninov. Il motivo di queste frequenti somiglianze e anticipazioni è dovuto alla simile operazione che entrambi i compositori svolgono, di rivisitazione nella dimensione concertistica della pagina pianistica da salotto borghese dell'Ottocento. Il clima espressivo che animava il piccolo bozzetto, pervade così brani di proporzioni ampie e di maggiore impegno strumentale interpretando con un respiro epico il mondo dei piccoli sentimenti della borghesia al fine di rivolgerlo al grande pubblico cosmopolita.
Francesco Caramiello