Tre Romanze per oboe e pianoforte, op. 94


Musica: Robert Schumann (1810 - 1856)
  1. Nicht schnell (la minore)
  2. Einfach, innig (la maggiore)
  3. Nicht schnell (la minore)
Organico: oboe, pianoforte
Composizione: Dresda, 7 - 12 dicembre 1849
Prima esecuzione privata: Lipsia, residenza di Schumann, 27 dicembre 1849
Prima esecuzione pubblica: Lipsia, Gewandhaus Saal, 24 gennaio 1863
Edizione: Simrock, Bonn, 1851
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Un dono di Natale per Clara, mentre si chiudeva il 1849, anno grande per il compositore. E si apriva, dopo il fallimento dei moti del 1848, un nuovo periodo per la Germania: l'eroismo romantico avrebbe ceduto il passo ad una più confortevole Gomütlickeit, e quella machtgeschütze Innerlichkeit (intimità protetta dal potere) non sgradita al cancelliere Bismarck.

A differenza di Wagner, Schumann non era mai salito sulle barricate: «Odio tutto ciò che non nasce da un intimo impulso di vita» aveva scritto nel Diario, confermando la propria estraneità alle utopie dei giovani universitari tedeschi, da lui frequentati durante gli studi, mai completati, alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Lipsia.

Soggettività come centro del mondo, o almeno del proprio universo espressivo. Aveva scritto Friedrich Schlegel: «Romanticismo è ciò che ci rappresenta un contenuto sentimentale in una forma fantastica». Mutando i tempi e le attese, l'intimismo fatalmente diventerà (fino a quando?) un pò meno sensibile alle pulsioni dello spirito, un pò di più alle tentazioni casalinghe.

Nelle tre Romanze dell'opera 94, protagonista è il timbro, così nobilmente "casalingo", davvero "grato all'udito" dell'oboe: trattasi, naturalmente, dell'orecchio dell'anima, al quale talvolta non dispiace accomodarsi in pantofole.

Ad libitum, suggerisce Schumann, lo strumento può essere sostituito dal violino o dal clarinetto, ma la vittoria l'oboe l'ha conquistata sul campo. Perché traccia, con la sua penetrante discrezione, le divagazioni melodiche, perché riempie, come in un Lied, del proprio canto lo spazio, perché «rappresenta un contenuto sentimentale in una forma fantastica». Perché rende compiutamente l'idea della Romanza, composizione che non aspira ad una forma forte e grande, piuttosto a non tradire il carattere amoroso. Essenziali le indicazioni per i tre movimenti: Nicht schnell (Non veloce) per il primo e il terzo, Einfach, innig (Semplice, intimo) per il secondo.

L'unità dell'opera si costituisce nell'intensità del dialogo tra i due solisti; un colloquio che conosce un fitto, continuo lavorìo di variazioni, sommesse ma percepibili; mutano, all'interno delle frasi diatoniche, gli intervalli, i rapporti tra le voci, i loro colori, ma non si allenta la seduzione del racconto, che non avverte la necessità di un cammino, di una meta per persuadere. «Non sono certo un pensatore, - aveva scritto da ragazzo - non riesco mai a proseguire logicamente il filo di un buon pensiero... Fantasia, credo di averne».

Sandro Cappelletto

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Con le Romanze op. 94 facciamo un passo indietro fino al 1849, anno particolarmente felice nella vita tormentata di Schumann. Si tratta di tre piccole composizioni dalla forma tripartita (A-B-A) e dal carattere delicato e quasi salottiero; dalla malinconia della prima si passa alla serenità e all'incanto melodico della seconda per finire col mistero quasi magico della terza. Scritte per oboe, violino o clarinetto, vengono talvolta eseguite anche col violoncello.

Alessandro De Bei


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 29 maggio 1992
(2) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 238 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 9 gennaio 2015