Il Lied An Silvia, il cui testo è tratto da I due gentiluomini di Verona di Shakespeare, è basato su una semplice struttura strofica, dando spazio a una cantabilità fluida che ben si adatta al carattere gentile e sereno del testo. Ciascuna delle tre strofe è formata da tre periodi musicali, sottesi dal medesimo accompagnamento pianistico; si noterà come, al termine dei primi due di questi, vi sia un breve e raffinato eco del pianoforte all'ultima battuta del canto, mentre l'intera strofa è incorniciata da una introduzione e da una coda strumentale.
Carlo Franceschi De Marchi
AN SYLVIA | A SILVIA |
Was ist Silvia, saget an, dass sie die weite Flur preist? Schön und zart seh ich sie nahn, auf Himmelsgunst und Spur weist, dass ihr alles Untertan. |
Dite, chi è Silvia, esaltata da tutti? Essa è bella e saggia; il cielo le conferisce, tanta grazia che tutti le son devoti. |
Ist sie schön und gut dazu? Reiz labt wie milde Kindheit; ihrem Äug eilt Amor zu, dort heilt er seine Blindheit, und verweilt in süsser Ruh. |
E' gentile quanto bella? perché beltà si accompagna, a gentilezza. Ai suoi occhi Amore accorre per sanare la sua cecità e guarito vi dimora. |
Darum Süvia, tön, o Sang, der holden Silvia Ehren; jeden Reiz besiegt sie lang, den Erde kann gewähren: Kränze ihr und Saitenklang! |
Cantiamo dunque a Silvia e rendiamole onori; con il suo fascino ella avvince ogni cosa terrena: suoniamo ed offriamole ghirlande. |