Suleika I: Was bedeutet die Bewegung?, op. 14 n. 1, D. 720

Lied per voce e pianoforte (in due varianti)

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
Testo: Marianne von Willemer Organico: voce, pianoforte
Composizione: marzo 1821
Edizione: Cappi & Diabelli, Vienna, 1822
Dedica: Franz von Schober
guida all'ascolto 1 (nota 1)

Suleika I D. 720 fu considerato da Brahms «il più bel Lied del mondo» e, secondo l'Einstein, sta forse alla base dell'ispirazione del brahmsiano Von ewiger Liebe op. 43 n. 1. Avviato nella tonalità d'impianto di si minore (ma si concluderà in maggiore), Suleika I presenta una struttura semplice ma un ampio sviluppo della frase melodica fondamentale, con una scansione ritmica unica al basso ed una tessitura serrata che garantisce la saldezza dell'aereo librarsi del poema cantato. Su tale andamento il Lied dispiega l'incalzante baluginio di palpiti e fremiti quasi impercettibili, con la linea vocale ondulante e leggera nel succedersi di ampi intervalli. Con due scarti improvvisi nell'incedere luminoso del canto, l'uno al basso all'evocazione delle parole "Mille saluti della mia amica" "tenue sussurro del vento", l'altro di tempo e di tonalità, nel rallentando e in maggiore, agli accenti dell'estasi e di panica comunione con la natura, nella sublimazione mistica dell'amore sottolineata dalla brezza fatata.

Luigi Bellingardi

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Il canto di Suleika, che Brahms riteneva «il più bel Lied del mondo», dipinge le sensazioni che questo personaggio prova sotto il soffio del vento dell'est (Schubert non elude l'occasione di «dipingerlo» discretamente con un movimento continuo di accordi spezzati del pianoforte): è un fluire di più idee melodiche, con riprese, e un'interiore «coda», più calma, sui versi «Ach, die wahre Herzenskunde (ah, il vero messaggio del cuore)». Il testo è tratto dal Divano occidentale-orientale, la raccolta di liriche che il Goethe sessantenne compose ispirandosi a un ciclo del poeta persiano Hafiz: Suleika è l'oggetto dell'amore del poeta, che raffigura in essa una donna da lui amata in quel periodo, la giovane Marianne von Willemer, la quale risulta essere personalmente l'autrice di questi versi, per molto tempo attribuiti a Goethe.

Cesare Orselli

Testo

SULEIKA I SULEIKA I
Was bedeutet die Bewegung?
Bringt der Ost mir frohe Kunde?
Seiner Schwingen frische Regung
Kühlt des Herzens tiefe Wunde.
Che significa quest'agitazione?
Il vento dell'est mi porta buone novelle?
La brezza fremente delle sue ali
rinfresca le profonde ferite del cuore.
Kosend spielt er mit dem Staube,
Jagt ihn auf in leichten Wölkchen,
Treibt zur sichern Rebenlaube
Der Insekten frohes Völkchen.
Carezzevole gioca con la polvere,
che fa volare in nuvolette leggere,
e sospinge al sicuro, nel folto dei pampini
il gioiso sciame degli insetti.
Lindert sanft der Sonne Glühen
Kühlt such mir die heissen Wangen,
Küsst die Reben noch im Fliehen,
Die auf Feld und Hügel prangen.
Con dolcezza attenua l'ardore del sole
e rinfresca le mie gote infiammate,
bacia nel suo soffiare i pampini
che splendenti si protendono sul campo, sulla collina.
Und mir bringt sein leises Flüstern
Von dem Freunde tausend Grüsse;
Eh noch diese Hügel düstern,
Grüssen mich wohl tausend Küsse.
E il suo tenue sussurro mi porta
i mille saluti della mia amica
prima che le tenebre oscurino queste colline
i suoi saluti m'allietano con migliaia di baci.
Und so kannst Du weiterziehen,
Diene Freunden und Betrübten.
Dort wo hohe Mauern glühen,
Find ich bald den Vielgeliebten.
E così, o vento dell'est, puoi continuare a spirare,
dando aiuto agli amici e agli afflitti.
Là dove s'innalzano infiammate muraglie
troverò presto la molto mia amata.
Ach, die wahre Herzenskunde,
Liebeshauch, erfrischtes Leben
Wird mir nun an seinem Munde,
Kann mir nur sein Atem geben.
Ahi autentico messaggio del cuore
brezza d'amore, vita fresca, di nuovo,
giunge a me ora dalle sue labbra,
pur se mi dà solo il suo respiro.

(Traduzione di Luigi Bellingardi)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 3 giugno 1994
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto del Maggio Musicale Fiorentino,
Firenze, Teatro Comunale, 8 giugno 1983


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Ultimo aggiornamento 28 aprile 2016