Franz Schubert compose Lieder fino alla fine della vita, con una produzione di meravigliosa tenacia e continuità. E dobbiamo pensare che egli, come ogni artista superiore, era ossessionato dalla perfezione formale e dalla rifinitura espressiva. Arrivò a creare anche nove Lieder in un giorno e a noi ne restano più di 600! 44 Lieder sono congiunti tra loro in due cicli unitari (come poi usarono fare tutti gli altri liederisti), Die schöne Müllerin (1823-25) e la Winterreise (1827-28; il cosiddetto Schwanengesang, Canto del cigno, è un insieme di 14 Lieder stupendi, certamente non destinati a una pubblicazione unica, ma, lasciati inediti da Schubert, (dopo la sua morte, 19 novembre 1828, furono pubblicati come un ciclo dal fratello), dai quali non bisognerebbe mai estrarre singole composizioni: anche se poi, per diverse ragioni, non tutte estetiche, molti artisti, anche illustri, così fanno.
Ständchen (Serenata) su versi dal Cimbelino di Shakespeare (nella storica traduzione di A.W. Schlegel) imita con grazia l'accompagnamento di chitarra.
Franco Serpa
STÄNDCHEN | SERENATA |
Horch, horch, die Lerch' im Ätherblau! Und Phöbus, neu erweckt, Tränkt seine Rosse mit dem Tau, Der Blumenkelche deckt. Der Ringelblume Knospe schleusst Die goldnen Äuglein auf Mit allem, was da reizend ist. Du süsse Maid, steh auf! Weil du doch gar so reizend bist: Du süsse Maid, steh auf! |
Senti, senti,
l'allodola nell'etere azzurro! E Febo, ridesto, i suoi destrieri abbevera con la rugiada, che copre i calici dei fiori, la gemma della calendula dischiude gli occhietti dorati; in questo incanto. Dolce fanciulla, destati! Perché tu pure sei così bella Dolce fanciulla, destati! |
(traduzione di Olimpio Cescatti) |