Schubert compose nella sua breve vita più di 600 Lieder, con una fecondità, ricchezza, multiformità di energie creative, di tecnica, di sapienza poetica che hanno del prodigioso. Sì, prodigio, miracolo, divina spontaneità sono termini e concetti confusi, enfatici, troppo usati quando si parla di Schubert (già dai suoi fedelissimi amici, lui vivo), e addirittura ingannevoli: eppure nel parlare di un tale dono che ci è stato concesso, di un tale lucente e doloroso fenomeno, sembra che all'illogica, appassionata meraviglia non ci si possa sottrarre. Non tanto, poi, l'abbondanza in sé della musica ci lascia ammirati e commossi, quanto l'altezza assoluta della maggioranza dei risultati (l'abbiamo detto: Schubert inizia a diciassette anni con un capolavoro tale da tacitare chiunque) e la sovrana padronanza di ogni genere stilistico, dalla semplice melodia alla canzone strofica, dal Lied declamato alla più articolata concezione drammatica. A Schubert riusciva sempre ciò che non sempre era concesso neppure ai maggiori liederisti, di nobilitare qualunque testo, anche il più ordinario, e di confrontarsi alla pari con i poeti massimi, primo di tutti Goethe, naturalmente (che non ebbe tempo o voglia di ascoltare qualche Lied del giovanissimo genio e si accorse di lui troppo tardi, tre anni dopo che Schubert era morto). Ma ciò che domina in qualunque forma scelta da Schubert, elementare o complessa, è l'infallibile sicurezza dell'avvio o del nucleo melodico, vocale o strumentale che sia: in molti casi vocale e strumentale insieme in un'integrazione perfetta.
Così è nel celeberrimo Sei mir gegrüsst del 1822, su versi di Rùckert. Le otto battute iniziali del pianoforte sono un suggerimento di melodia, una vaga, indecisa, delicatissima preparazione al canto, che quando poi appare, si slancia e torna più volte su se stesso per assaporare il pensiero del saluto e del bacio alla persona amata. Sei volte il canto ripete il ritornello del saluto e del bacio e ogni volta si tinge di un sentimento diverso, di entusiasmo amoroso, cioè, di tristezza; di disperazione, di congedo.
Franco Serpa
SEI MIR GEGRÜßT | TI GIUNGA IL MIO SALUTO |
O du Entrißne mir und meinem Kusse, Sei mir gegrüßt, sei mir gegrüßt! Erreichbar nur meinem Sehnsuchtsgruße, Sei mir gegrüßt, sei mir geküßt! |
A te, strappata a me ed al mìo bacio, giunga il mio saluto, il mio bacio! A te, raggiungibile dal mio nostalgico addio, giunga il mio saluto, il mio bacio. |
Du von der Hand der Liebe diesem Herzen Gegebne, du von dieser Brust Genommne mir! Mit diesem Tränengusse Sei mir gegrüßt, sei mir geküßt! |
A te ch'eri stata assegnata a questo cuore dalla mano dell'amore, a te che a quest'anima sei stata sottratta! Con queste lacrime, giunga il mìo saluto, il mio bacio! |
Zum Trotz der Ferne, die sich feindlich trennend Hat zwischen mich und dich gestellt; Dem Neid der Schiksalsmächte zum Verdrusse Sei mir gegrüßt, sei mir geküßt! |
A dispetto della lontananza, che crudele s'è messa fra te e me, per separarci; a dispetto dell'invidia del destino avverso, a te giunga il mio saluto, il mio bacio! |
Wie du mir je im schönsten Lenz der Liebe Mit Gruß und Kuß entgegenkamst, Mit meiner Seele glühendstem Ergüsse, Sei mir gegrüßt, sei mir geküßt! |
Come quando, nella più fiorente primavera d'amore tu mi venisti incontro con l'abbraccio e il bacio con la più fervida effusione dell'anima mia, a te giunga il mio saluto, il mio bacio! |
Ein Hauch der Liebe tilget Raum und Zeiten, Ich bin bei dir, du bist bei mir, Ich halte dich in dieses Arms Umschlusse, Sei mir gegrüßt, sei mir geküßt! |
Un unico soffio d'amore cancella tempo e distanza io sono con te, tu sei con me, ti tengo stretta fra queste mie braccia, a te giunga il mio saluto, il mio bacio! |