Quartetto per archi n. 2 in do maggiore, D. 32


Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
  1. Presto (do maggiore)
  2. Andante (la minore)
  3. Menuetto: Allegro (do maggiore). Trio (fa maggiore)
  4. Allegro con spirito (do minore)
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Composizione: settembre - ottobre 1812
Edizione: Breitkopf & Härtel, Wiesbaden, 1954
Guida all'ascolto (nota 1)

Schubert scrisse quindici quartetti per archi, oltre a vari tempi staccati, tra il 1812 e il 1826. Soltanto uno, quello in la minore D. 804, venne pubblicato quando era ancora vivente l'autore. Degli altri quattordici, nove furono fatti conoscere prima del 1870 dall'editore lipsiense Peters e i restanti apparvero stampati nel 1890 con l'edizione completa delle opere pubblicata in quaranta volumi da Breitkopf e Haertel tra il 1884 e il 1897. Secondo i più autorevoli studiosi dell'arte schubertiana, i primi nove quartetti, composti fra il 1812 al 1815, non avrebbero una particolare originalità tematica e risentirebbero troppo di certe influenze formali classiche, specialmente mozartiane. Solamente nel Quartetto in mi maggiore D. 353 e nel Quartetto in do minore D. 703, di cui risulta ultimato l'unico primo tempo, un Allegro assai di pregevole fattura e di appassionata cantabilità, si intravede uno Schubert accentuatamente romantico e inventore di giochi armonici, quasi premonitori della maniera mendelssohniana e addirittura brahmsiana. Lo stile schubertiano pieno e completo, con la sua ricchezza melodica e i suoi struggenti accenti crepuscolari, si ritrova negli ultimi tre quartetti, e precisamente nel Quartetto in la minore D. 804, caratterizzato fra l'altro dalla cullante cantilena esposta nel primo tempo dal primo violino e dal travolgente Allegro moderato finale risonante di vivaci ritmi ungheresi che riflettono sentimentalmente il soggiorno del musicista nella dimora magiara degli Esterhàzy, nel Quartetto in re minore D. 810, meglio conosciuto con il titolo "La morte e la fanciulla" e carico di struggente poesia lirica, e nel Quartetto in sol maggiore D. 887.

Il Quartetto in do maggiore D. 32 fu scritto tra settembre e ottobre del 1812 ed ha una durata che supera di poco i 18 minuti. In un primo tempo di questa composizione si conoscevano soltanto il Presto, il Menuetto e una parte dell'Allegro con spirito; il resto, cioè l'Andante e la prima sezione del finale, è stato ritrovato verso gli ultimi anni del secolo scorso e pubblicato nell'edizione completa delle opere di Schubert del 1950. Il Presto si apre con un piglio fermo e sostenuto in tempo di 6/8; il tema è energico e volitivo e risente di certi modelli beethoveniani di festosa affermazione di vitalità sonora. L'Andante in la minore ha un tono dolcemente cantabile con qualche venatura di delicata malinconia, indicata dall'accompagnamento del violoncello sul fraseggio arioso dei violini. Il Menuetto è un Allegro in do maggiore in tempo di 3/4, in contrasto con l'elegante Trio in fa maggiore, prima della ripresa del tema iniziale. Spigliato e punteggiato da modulazioni in tono minore e maggiore è l'Allegro con spirito conclusivo, costruito con salda omogeneità discorsiva che sfocia in una trascinante e divertente simbiosi di suoni freschi e giovanili, secondo l'invenzione creatrice del migliore Schubert, ancora lontano dal profondo lirismo drammatico della sua maturità.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 24 novembre 1989


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 12 gennaio 2013