Der Musensohn (Il figlio delle Muse), op. 92 n. 1, D. 764

Lied per voce e pianoforte (in due versioni)

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
Testo: Johann Wolfgang von Goethe
  1. Prima versione - Ziemlich lebhaft (la bemolle maggiore)
    Composizione: dicembre 1822
    Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1895
  2. Seconda versione - Ziemlich lebhaft (sol maggiore)
    Composizione: 1822 circa
    Edizione: Leidesdorf, Vienna, 1828
    Dedica: J. von Franck
Organico: voce, pianoforte
Testo (nota 1)

Der Musensohn Il figlio delle Muse
Durch Feld und Wald zu schweifen,
Mein Liedchen weg zu pfeifen,
So geht's von Ort zu Ort!
Und nach dem Takte reget
Und nach dem Mass beweget
Sich alles an mir fort.
Per campi e per boschi,
fischiando la mia canzone,
erro di luogo in luogo!
E alla cadenza si anima
e al ritmo si muove
tutto l'essere mio.
Ich kann sie kaum erwarten,
Die erste Blum' im Garten,
Die erste Blüt' am Baum.
Sie grüssen meine Lieder,
Und kommt der Winter wieder,
Sing ich noch jenen Traum.
Lo attendo con ansia
il primo fiore in giardino,
il primo fiore sull'albero.
È un saluto ai miei canti,
e se l'inverno torna
ricanto questo sogno.
Ich sing ihn in der Weite,
Auf Eises Läng' und Breite,
Da blüht der Winter schön!
Auch diese Blüte schwindet,
Und neue Freude findet
Sich auf bebauten Höhn.
Lo canto nello spazio,
sulle distese di ghiaccio,
l'inverno è tutto in fiore!
Passa anche questo fiore
e nuova gioia appare
sui campi delle alture.
Denn wie ich bei der Linde
Das junge Völkchen finde,
Sogleich erreg ich sie.
Der stumpfe Bursche bläht sich,
Das steife Mädchen dreht sich
Nach meiner Melodie.
E non appena i giovani
trovo vicino al tiglio,
io li ravvivo. Il torpido
garzone inorgoglisce
e la fanciulla scontrosa
danza alla mia melodia.
Ihr gebt den Sohlen Flügel
Und treibt durch Tal und Hügel
Den Liebling weit vom Haus.
Ihr lieben, holden Musen,
Wann ruh ich ihr am Busen
Auch endlich wieder aus?
Voi date le ali ai piedi
e per valle e colle spingete
l'amato lungi da casa.
O care leggiadre Muse,
quando potrò di nuovo
riposare sul suo seno?
(traduzione di Roberto Fertonani)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 26 novembre 1992


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Ultimo aggiornamento 19 giugno 2014