Sei Momens musicals per pianoforte, op. 94, D. 780

(sic: titolo dato dall'editore)

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
  1. Moderato (do maggiore)
  2. Andantino (la bemolle maggiore)
  3. Allegro moderato (fa minore)
    Composizione: 19 dicembre 1823
  4. Moderato (do diesis minore)
  5. Allegro vivace (fa minore)
  6. Allegretto (la bemolle maggiore) e Trio (re bemolle maggiore)
    Composizione: 11 dicembre 1824
Organico: pianoforte
Composizione: 1823 - 1828
Edizione: Leidesdorf, Vienna, 1828
Guida all'ascolto (nota 1)

"Vi fu un tempo in cui io non parlavo volentieri di Schubert: soltanto di notte potevo raccontare di lui agli alberi e alle stelle". Con queste poche parole Schumann ci svela nel 1838, a dieci anni dalla morte di Schubert, il suo profondissimo amore, indicibile, come un prezioso tesoro da tenere gelosamente nascosto nelle pieghe più profonde dell'anima, per il maestro viennese. Quella "divina lunghezza" che, come in un romanzo di Jean Paul, egli scopre estasiato nella grande Sinfonia in do maggiore, quella fluente discorsività che sembra "non aver mai fine, non essere mai in imbarazzo per proseguire, correre avanti di pagina in pagina sempre musicale e ricca di canto, interrotta qua e là da singoli sentimenti violenti ma che presto si calmano nuovamente" rimangono indicazioni ancora oggi insostituibili per capire il messaggio, apparentemente semplice, ma in realtà sommamente enigmatico della musica di Schubert. Bene ha detto di lui Thomas Mann nel suo Doktor Faustus quando lo chiama "genio sempre bifronte, sempre toccato dal soffio della morte". Nessuno infatti come Schubert sembra incarnare il senso di smarrimento dell'uomo moderno, la sua "non appartenenza". Egli è insieme angelo e demone, classico e romantico, amabile e terribile. Nel 1815, a soli diciotto anni, è contemporaneamente lo spietato disvelatore della fragilità umana in Der Tod und das Mädchen e il cantore delle piccole gioie della vita in Heidenröslein.

Come per Mozart anche su Schubert ha gravato per lungo tempo una interpretazione riduttiva e conciliante, Biedermeier, che ne faceva il compositore per eccellenza della intimità borghese, della tenerezza lirica e sentimentale. Era stata attuata nel cliché ottocentesco una sistematica rimozione del lato oscuro e profondo della sua personalità. Oggi fortunatamente questa immagine oleografica di Schubert è completamente dissolta e ad essa si sovrappongono interpretazioni di varia natura: esistenziale, sociologica, storico-politica, psicanalitica.

I Momenti musicali appartengono alla fase più avanzata della parabola creativa di Schubert, essendo stati composti fra il 1823 e il 1828. Non è chiaro fino a che punto debbano considerarsi un'opera unitaria e non un accostamento di brevi pagine pianistiche riunite in un unico titolo per ragioni puramente editoriali. Di certo la coerenza nella successione delle tonalità con i rapporti di terza discendente fra i primi quattro pezzi e l'accoppiamento di due tonalità complementari (fa minore e la bemolle maggiore) negli ultimi due, costituisce un filo di collegamento non indifferente in un contesto di apparente discontinuità. Tutti i brani, alcuni dei quali celeberrimi e giustamente considerati all'origine della grande fioritura romantica del cosiddetto "foglio d'album" pianistico, seguono con diverse articolazioni la forma tripartita, nel segno prevalente ma non esclusivo di un pianismo delicatamente intimistico.

Nel primo, Moderato in do maggiore, è singolare la scarna asciuttezza della linea melodica, priva di sostegno armonico, come in un disegno a matita.

Il successivo Andantino è una delle perle della raccolta, con le fascinose nuances armoniche del "tenero" la bemolle maggiore.

Il Moderato, n. 4 in do diesis minore, con il suo severo colorito bachiano interrotto da una dolce melodia di sapore popolaresco, è stato acutamente paragonato da Massimo Mila a un'ostrica che racchiude una splendida perla.

Giulio D'Amore


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 10 ottobre 2005


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Ultimo aggiornamento 18 luglio 2012