Messa n. 6 in mi bemolle maggiore, D. 950

per soli, coro e orchestra

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
  1. Kyrie - Andante con moto, quasi Allegretto (mi bemolle maggiore)
  2. Gloria - Allegro moderato e maestoso (si bemolle maggiore)
  3. Credo - Moderato (mi bemolle maggiore)
  4. Sanctus - Adagio (mi bemolle maggiore)
  5. Benedictus - Andante (la bemolle maggiore)
  6. Agnus Dei - Andante con moto (do minore)
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, archi
Composizione: iniziata nel Giugno 1828
Prima esecuzione: Vienna, Pfarrkirche Maria Trost, 15 novembre 1828
Edizione: Rieter-Biedermann, Winterthur, 1865
Guida all'ascolto (nota 1)

La «Messa n. 6 in mi bemolle maggiore» fu composta da Schubert nell'estate del 1828, a Vienna. La prima esecuzione fu tenuta, il 15 novembre dello stesso anno, nella Pfarrkirche Maria Trost di Vienna. Schubert non era presente; ammalatosi di febbre tifoide agli inizi del novembre 1828, il 15 del mese era già gravissimo e il 19 si spegneva, a soli 31 anni. Moriva così uno tra i più grandi e più sfortunati compositori: sfortunato al punto che l'esecuzione della «Messa n. 6» apparve come la presentazióne del lavoro di un «esordiente» (e infatti i precedenti del compositore Schubert erano stati così oscuri che nel 1821 l'opera «Alfonso und Estrella», rappresentata dopo la morte del musicista, era stata brutalmente rifiutata dai teatri viennesi; mentre nel 1828 la «Settima Sinfonia», anche questa eseguita postuma, era stata respinta dagli sprovveduti censori della Società degli Amici della Musica di Vienna.

La «Messa in mi bemolle maggiore» è divisa nelle rituali sei parti dell'«Ordinarium Missae»; e cioè nelle parti che sono comuni a tutte le Messe, eccezion fatta per la «Missa pro defunctìs» e per le Messe destinate alla Settimana Santa. Precisamente: «Kyrie», «Gloria», «Credo», «Sanctus», «Benedictus», «Agnus De ».

Il «Kyrie» (Andante con moto, quasi allegretto), inizia con una brevissima introduzione orchestrale ripresa poi, all'undicesima battuta, dal coro. Il quale, fin dall'esordio, qualifica lo stile del componimento: che è in gran parte quello disadorno e parco di complicazioni strutturali, della «Missa cantata» (e infatti gli episodi più significativi di questa «Messa» propendono più per la monodia accompagnata e per la polifonia isoritmica che non per il contrappunto fiorito e per la polifonia multiversale: condizioni proprie di quel genere che trasforma la «Missa cantata» in «Missa solemnis»).

Robusta e incisiva appare la corale compattezza del «Gloria in excelsis Deo» (Allegro moderato e maestoso); corale compattezza rotta, in rare occasioni, da appena accennate proposte contrappuntistiche (tale è, nelle prime battute, l'intreccio ad imitazione aperto dai contralti ed esaurito dalle risposte delle altre voci). Il «Gloria» si adegua, dal punto di vista della struttura generale, ad una quadruplice partizione: prima l'Allegro moderato e maestoso di cui si è detto; poi, alle parole «Domine Deus», un Andante con moto che apre una parentesi più intensa e drammatica; quindi ripresa (alle parole «Quoniam tu solus sanctus») della robusta coralità dell'Allegro; infine, all'attacco dei bassi sulle parole «Cum Sancto Spiritu», un Moderato, aperto alla polifonica ricchezza di una fuga. Particolare attenzione merita, forse ancor più della grandiosa impalcatura dell'episodio fugato, l'Andante con moto: segnato dalla profonda incisione degli accordi suonati a tutta forza dal fagotto, dai tre tromboni e dal «tremolo» degli archi (ai quali si aggiunge, dopo poche battute della sola orchestra, la ferma linea vocale dei tenori e bassi in ottava, cui fa contrasto, al «mìserere nobis», l'implorante proposizione cantata dall'intero quartetto corale).

Il «Credo» conta sulla contrapposizione di tre distinti episodi. Il primo (Moderato) è vincolato alla compatta prospettiva vocale del «Gloria» (il che non esclude una compostezza immaginativa tale da spingere il compositore lontano dalla retorica: al punto che l'affermativa proposizione iniziale canta nel tono di una raccolta meditazione). Secondo episodio è quello costituito dall'Andante successivo («Et incarnatus est»); qui il contesto vocale è affidato, con entrate successive, al primo tenore, al secondo tenore, al soprano (tutti e tre condizionati dalla medesima fluidità cantabile del disegno melodico), e, infine, al coro (un improvviso oscuramento espressivo, segnato dal brusco passaggio dal «maggiore» al «minore», che sottolinea drammaticamente il testo: «Crucifixus etiam pro nobis»). Il terzo episodio riconduce al Moderato iniziale; sulle parole «Et resurrexit» il discorso si apre ad una densa amplificazione polifonica, suggellata dal trionfo maestoso dell'«amen» conclusivo (a proposito di quest'ultima parte va osservata l'omissione, rispetto al testo usuale della «Messa», delle parole «Et in unam sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam»; omissione forse dovuta alla trascuratezza del compositore - come dimostrerebbero altri «tagli» operati in questa Messa da Schubert - ma forse anche riferibile, come più di un critico ha opinato, ad una deliberata insofferenza nei confronti della chiesa cattolica).

Il «Sanctus» è composto di due parti. La prima (Adagio) è caratterizzata dalla luminosa apertura attraverso la quale si amplifica la triplice ripetizione della parola «Sanctus»; la seconda (Allegro ma non troppo) rompe la struttura isoritmica della prima parte con la festosa animazione contrappuntistica che esplode nell'attacco dei tenori sulle parole «Osanna in excelsis».

Ancora bipartita è la struttura globale del «Benedictus». La prima parte (Andante) apre con la plastica nobiltà del disegno melodico - imparzialmente divisa fra il quartetto dei solisti e le quattro voci del coro - e la fluida scioltezza del contesto orchestrale; la seconda (Allegro ma non troppo) riprende l'«Osanna in excelsis» già ascoltato alla fine del «Sanctus».

L'«Agnus Dei» è diviso in quattro parti. La prima (Andante con moto) è dominata dalla ferma proposizione, a valori larghi, esposta dai bassi, e dalla vigorosa fioritura vocalizzata del controsoggetto introdotto dai tenori. La serrata concitazione dell'episodio si distende nella pacata dimensione del successivo Andante, dove il coro intona, nella solidale compattezza della scrittura a ritmo univoco, il «Dona nobis pacem». Il discorso musicale si riaccende alla ripresa del tempo iniziale (ancora iniziato dai bassi e dai tenori e ancora potentemente esaltato dal massiccio intervento degli ottoni e dal ritmo stravolto dei violoncelli e dei contrabbassi). Conclude, infine, un Andantino che ripropone la serena prospettiva del «dona nobis pacem»: mutando la morbida effusione dell'accompagnamento orchestrale (che ne aveva caratterizzato la prima apparizione) nell'austera compostezza della scrittura strumentale (qui parificata, nel segno della più totale unità, al procedere del canto nelle voci corali).

Giovanni Ugoloni

Testo e struttura musicale

KYRIE
Andante con moto, quasi allegretto per coro e orchestra
Kyrie eleison.
Christe eleison.
Kyrie eleison.

GLORIA
a) Allegro moderato e maestoso per coro e orchestra
Gloria in excelsis Deo, et in terra pax hominibus bonae voluntatis.
Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, glorificamus te.
Gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam.

b) Andante con moto per coro e orchestra
Domine Deus, Rex coelestis, Deus Pater omnipotens. Domine, Fili Unigenite, Jesu Christe, Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris.
Qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram. Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis.

e) Tempo primo per coro e orchestra
Quoniam Tu solus sanctus, Tu solus Dominus, Tu solus altissimus.

d) Moderato, Fuga per coro e orchestra
Cum Sancto Spiritu, in gloria Dei Patris. Amen.

CREDO
a) Moderato per Coro e orchestra
Credo in unum Deum, factorem coeli et terrae, visibilium omnium et invisibilium; et in unum Dominum Jesum Christum, Filium Dei Unigenitum, et ex Patre natum ante omnia saecula, Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero, genitum, non factum, consubstantialem Patri, per quem omnia facta sunt; qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis.

b) Andante per due tenori e per soprano solo con orchestra
Et incarnatus est de Spiritu Sancto, ex Maria Virgine et homo factus est. Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato, passus et sepultus est.

e) Tempo primo, Fuga per coro e orchestra
Et resurrexit tertia die, secundum scripturas, et ascendit in coelum, sedet ad dexteram Patris; et iterum venturus est cum gloria, judicare vivos et mortuos, cujus regni non erit finis.
Et in Spiritum Sanctum Dominum et vivificantem, qui ex Patre Filioque procedit, qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur, qui locutus est per Prophetas.
Confiteor unum baptisma, in remissionem peccatorum. Et expecto resurrectionem mortuorum, et vitam venturi saeculi. Amen.

SANCTUS
a) Adagio per coro e orchestra
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt coeli et terra gloria tua.

b) Allegro, ma non troppo
Osanna in excelsis Deo.

BENEDICTUS
a) Andante per soli, coro e orchestra
Benedictus qui venit in nomine Domini.

b) Allegro, ma non troppo
Osanna in excelsis Deo.

AGNUS DEI
a) Andante con moto per coro e orchestra
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.

b) Andante per soli, coro e orchestra
Dona nobis pacem!

e) Allegro molto moderato per coro e orchestra
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.

d) Andantino per coro e orchestra
Dona nobis pacem!
(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 20 novembre 1966


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Ultimo aggiornamento 17 febbraio 2012