Messa n. 2 in sol maggiore, D. 167

per soli, coro, archi e organo

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
  1. Kyrie - Andante con moto (sol maggiore)
  2. Gloria - Allegro maestoso (re maggiore)
  3. Credo - Allegro moderato (sol maggiore)
  4. Sanctus - Allegro maestoso (re maggiore)
  5. Benedictus - Andante grazioso (sol maggiore)
  6. Agnus Dei - Lento (sol maggiore)
Organico: soprano, tenore, basso, coro misto, archi, organo
Composizione: Vienna, 2 - 7 marzo 1815
Prima esecuzione: Pfarr-Kirche di Liechtental (Vienna), 8 marzo 1815
Edizione: Berrà, Praga, 1846 (come opera di Robert Führer)
Guida all'ascolto (nota 1)

La produzione sacra di Franz Schubert costituisce certamente uno degli aspetti meno frequentati di questo compositore, tanto che si può affermare che solamente le due ultime delle sei Messe scritte dall'autore, in la bemolle e in mi bemolle, appartenenti agli anni della maturità, abbiano trovato una reale circolazione. Le prime Messe sono lavori giovanili, scritti fra i 17 e i 19 anni di età, in un'ottica di consumo che costituiva una profìcua esercitazione per un musicista in cerca di affermazione. La personalità inquieta del giovane Schubert non era inoltre ben disposta verso le espressioni ufficiali della religione, pur non mancando di una spiritualità fervente e discreta. Ecco dunque che, nell'applicarsi alle prime Messe, il compositore si attenne sostanzialmente a quello che era lo stile consueto della musica cattolica, ossia quello della messa "concertata" in cui sezioni di impostazione profana e edonistica si alternano con sezioni di carattere contrappuntistico, riservate ad alcuni luoghi topici del testo liturgico. Non manca tuttavia anche in queste composizioni quella vena borghese cordiale e intimistica che già si era ampiamente imposta nella produzione liederistica e cameristica del giovane autore.

La Messa in sol maggiore, affidata solamente all'organico di archi e organo, fu scritta nel marzo 1817, in appena sei giorni; già l'organico chiarisce come anche le dimensioni della composizione non dovessero essere esorbitanti dai limiti di una esecuzione di modeste ambizioni. Nel "Kyrie" è notevole la sezione del "Christe", in cui si alternano coro e solisti; "Gloria" e "Credo" sono piuttosto tradizionali, rispettando gli stilemi festosi e declamatori. Il "Sanctus" è solenne e si avvale di un "Hosanna" dovutamente contrappuntistico. Il "Benedictus" fa ricorso a stilemi pastorali e l"'Agnus Dei" mostra una intima serenità che in qualche modo si riallaccia a quello "Stabat Mater" di Pergolesi che aveva dettato legge in tutta Europa per tutto il Settecento.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 2 aprile 1988


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Ultimo aggiornamento 26 marzo 2015