Trois Marches militaires per pianoforte a quattro mani, op. 51, D. 733


Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
  1. Allegro vivace (re maggiore) e Trio (sol maggiore)
  2. Allegro molto moderato (sol maggiore) e Trio (do maggiore)
  3. Allegro moderato (mi bemolle maggiore) e Trio (la bemolle maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: estate - autunno 1818
Edizione: Diabelli, Vienna, 1826
Guida all'ascolto (nota 1)

Musica intesa come forma colloquiale, pratica dell'esecuzione d'assieme privata, in famiglia e tra amici, dimensione elevata e spiritualizzata del rapporto umano, momento di convivialità e di intrattenimento: ecco alcuni dei «motivi» che, scorrendo il catalogo sehubertiano, confermano la scelta di un genere, quello della musica per pianoforte a quattro mani, eletto da Franz Schubert a uno dei più importanti o rappresentativi del suo comporre. Si tratta di una produzione che non trova pari tra gli altri grandi autori salvo in parte con Mozart e che comunque Schubert da Mozart mutuò. La continuità nella fortuna di questo genere pianistico era inoltre storicamente dettata da altri fattori: dal punto di vista compositivo valeva come preparazione a lavori per orchestra abbozzati sostanzialmente con la facilità dello schizzo, mentre da quello esecutivo permetteva di disporre di una larga tessitura strumentale senza fare i conti con virtuosismi e difficoltà tecniche; a livello di investimento economico risultava assai remunerativa e gradita agli editori poiché permetteva di stampare opere accessibili a tutti, vicine alla sensibilità e al gusto dell'epoca e del grande pubblico, come ricordava l'editore Heinrich Albert Probst in una lettera al musicista nell'estate del 1826: «Composizioni non troppo difficili per piano a due e a quattro mani, gradevoli e relativamente facili da capire mi sembrerebbero proprie a soddisfare le mie aspettative e i suoi desideri».

È soprattutto nella verde Zseliz (al tempo in Ungheria e oggi in Slovacchia), dove fu ospite nel 1818 e nel 1824 presso la residenza estiva del conte Johann Esterhàzy per curare l'educazione musicale delle figlie Maria e Carolina, che Schubert trovò le condizioni migliori per scrivere per piano a quattro mani, là dove la tastiera utilizzata con questa modalità suppliva alla mancanza di una vera orchestra, o dove c'era soprattutto l'occasione per scrivere musica ad hoc per le giovani allieve, la famiglia, i suoi ospiti. È lo stesso Schubert a descriverci con particolare dovizia di particolari l'incanto e l'amenità del luogo nell'estate del 1818 facendo in poche parole anche il ritratto della famiglia Esterhàzy: «Il nostro castello non è tra i più grandi, ma è costruito in modo delizioso. Lo circonda, un bellissimo giardino. Io alloggio nell'edificio amministrativo della proprietà. È abbastanza tranquillo e vicino ci sono una quarantina di oche che a volte gridario talmente forte che non si riesce neppure a parlare. La gente che mi sta vicino è molto buona ... Il conte è piuttosto rude, la contessa fiera, ma più sensibile, le contessine delle buone bambine».

Nacquero a Zseliz o vennero ispirati da quel soggiorno lavori come la Sonata in si bemolle maggiore D617, le Variazioni sopra un canzone francese D624, il Grand Duo D812, le Variazioni sopra un tema originale D813, ma anche le Marce Militari D733, il Divertimento all'ungherese in sol minore D818, la Fantasia in fa minore D940.

Le Tre Marce Militari op. 51 D733 furono pubblicate nel 1826 per Diabelli a Vienna e sono certamente il frutto della prima vacanza di Zseliz (probabilmente scritte in quei mesi, subito, nell'estate o nell'autunno 1818, o più tardi, nel 1822). E davvero «militare» - una sorta di tambureggiante, vivido richiamo - è il tema che anima la Marcia in re maggiore (in tempo Allegro vivace), dotato di quella elegante, delicata raffinatezza che solo Schubert sapeva conferire a ogni sua anche più piccola idea musicale. Dopo il fugace inserimento di un secondo motivo più delicato e sinuoso, il ritorno del tema principale conclude la prima sezione ed è seguito dall'apertura da un Trio centrale di sapore «viennese» con due elementi: il primo sereno e delicato in maggiore e il secondo in modo minore, dal sapore nostalgico e concluso da una codetta. La Marcia è poi integralmente ripresa.

La Marcia Militare n. 2 in sol maggiore (in tempo Allegro molto moderato) è aperta, da un tema solenne, meno ritmico e marziale di quello della marcia precedente, cui segue una frase graziosa che fa quasi da eco alla prima. Dopo una successiva opera di sviluppo del tema d'esordio e un'elegante codetta, subentra il Trio che offre un episodio tipicamente schubertiano, con una melodia salottiera di particolare grazia e signorilità, ulteriormente rielaborata prima del «da capo» della Marcia.

Una breve, squillante introduzione, prepara il primo elemento tematico della terza Marcia Militare n. 3 in mi bemolle, maggiore. Il tema principale che segue ha un incedere baldanzoso ed è chiuso da una breve codetta; quando entra il secondo tema, sensibile è il contrasto, per quel suo carattere cantabile e gentile. Il Trio presenta una linea nobile e melodicamente cesellata, quasi operistica, e fa da delizioso intercalare che precede il deciso ritorno della Marcia, ripresa anche questa volta integralmente.

Marino Mora


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 117 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 4 agosto 2012