Schubert dovette sempre accontentarsi dei piccoli spostamenti tra Vienna, la provincia e certe regioni ungheresi limitrofe. Il viaggio, magari romanticamente a piedi, il "Wandern" lo sentì molto, ma in senso tutto ideale, come del resto la situazione politica lo costrinse alle gioie puramente domestiche o quasi dell'era Biedermeier, pur con tutte le contraddizioni del tempo: l'anelito alla libertà e la costrizione entro schemi angusti, lo spirito romantico e la quotidiana lotta con l'ombra di Beethoven. Viaggio, dunque, più come categoria dello spirito che quale impresa reale; la primavera intesa quale proiezione delle speranze dell'epoca considerata invernale. Non restava quindi che la Fede nella primavera, cantata con motivo ammaliatore nel 1820, o il Sogno di primavera (un Lied del ciclo Viaggio d'inverno composto nel penultimo anno di vita), bruscamente interrotto dal canto del gallo, richiamo alla realtà (resa con un motivo di ottave nella mano destra su un accordo di quinta diminuita nella sinistra).
Johann Streicher
Frühlingsglaube | La fede nella primavera |
Die linden Lùfte sind erwacht, Sie sàuseln und weben Tag und Nacht, Sie schaffen an alien Enden. O frischer Duft, o neuer Klang! Nun, armes Herze, sei nicht bang! Nun muss sich alles, alles wenden. |
Si è destata l'aria mite, mormora e tesse notte e giorno, si muove in ogni dove. O fresca fragranza, o nuovo suono! Orsù, povero cuore, non temere! Ora tutto, tutto dovrà cambiare. |
Die Welt wird schòner mit jedem Tag, Man weiss nicht, was noch werden mag, Das Blùhen will nicht enden; Es bliiht das fernste, tiefste Tal: Nun, armes Herz, vergiss der Qual! Nun muss sich alles, alles wenden. |
Il mondo ogni giorno si fa più bello, non si sa cos'altro succederà, la fioritura non vuol finire; fiorisce anche la valle più profonda e lontana: Orsù, povero cuore, dimentica le pene! Ora tutto, tutto dovrà cambiare. |
(Ludwig Uhland) | (Traduzione di Johannes Streicher) |