Fantasia in do maggiore per violino e pianoforte, op. 159, D. 934

sul lied "Sei mir gegrüsst, D 741

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
  1. Andante molto (do maggiore)
  2. Allegretto. Andantino (la bemolle maggiore)
  3. Allegro vivace. Allegretto (do maggiore)
  4. Presto (do maggiore)
Organico: violino, pianoforte
Composizione: Dicembre 1827
Prima esecuzione: Vienna, Landhaussaal, 20 Gennaio 1828
Edizione: Diabelli, Vienna, 1850
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

La Fantasia op. 159 fu scritta da Schubert nel dicembre del 1827 e venne eseguita il 20 gennaio del 1828 a Vienna in occasione di un concerto matinée promosso dal!'allora giovane violinista Josef Slawjk, che era molto stimato dal musicista, il quale gli aveva dedicato anche il Rondò op. 70, composto ugualmente per violino e pianoforte. Nell'arco della vasta e complessa produzione schubertiana la Fantasia op. 159, che fu pubblicata postuma nel 1850, appartiene allo stesso periodo creativo in cui sono collocati gli Impromptus e i Moments musicaux per pianoforte, la Fantasia in fa minore per pianoforte a quattro mani e il Trio in mi bemolle e precede di qualche mese l'elaborazione e la stesura della Sinfonia in do, detta "La grande", eseguita dopo la morte dell'autore in seguito al ritrovamento della partitura da parte di Schumann.

La Fantasia op. 159 viene abitualmente considerata come una musica "leggera" tra i pezzi da camera con pianoforte composti da Schubert, perché la componente virtuosistica dello strumento solista primeggia su tutto il resto, anche se non mancano certe caratteristiche dello stile (specie la varietà armonica e ritmica) del musicista, tanto è vero che, sin dalla prima esecuzione viennese in forma privata, il lavoro non incontrò la simpatia dei critici, che si preoccuparono di sottolineare la natura episodica e brillante di questa musica. I giudizi riportati da due giornali dell'epoca, "Der Sammler" del 7 febbraio 1828, e la "Leipziger Allgemeine Musikalische Zeitung" del 2 aprile successivo, sono molto indicativi in proposito. Il primo giornale scrive; «La Fantasia per pianoforte e violino del signor Franz Schubert supera di un po' il tempo che i viennesi sono disposti a dedicare ai loro piaceri estetici. La sala si è progressivamnte svuotata e il vostro corrispondente vi confessa che anch'egli non saprebbe dirvi come si sia concluso questo pezzo di musica»; la gazzetta musicale lipsiense è ancora più esplicita e dice: «Una nuova fantasia di Schubert non suscitò il minimo interesse. Se vogliamo essere obiettivi dobbiamo dire francamente che questa volta il popolare compositore è andato fuori strada».

Molto probabilmente Schubert aveva dato soddisfazioni più intime e profonde ai recensori dei due giornali citati, ma ciò non significa che la Fantasia op. 159, articolata in quattro movimenti strettamente connessi fra ,di loro come nella ben più famosa Wanderer-Phantasie, non abbia una sua precisa cifra espressiva, improntata ad una musicalità cordialmente espansiva e cantabile.

L'Andante molto iniziale si apre con un accompagnamento morbidamente lirico del pianoforte, su cui si erge una frase melodica del violinista intrisa di sognante tono evocativo. Segue un Allegretto in la minore che ha il taglio di un rondò dal ritmo vivace e danzante di carattere ungherese e molto spigliato e fresco nelle ardite modulazioni violinistiche. La parte centrale della Fantasia è costruita come una successióne di eleganti e carezzevoli variazioni in la bemolle sul tema del Lied "Sei mir gegrüsst" (Salute a te), su versi di Friedrich Rückert, scritto tra il 1822 e il 1S23. Dopo la terza variazione (nelle trovate violinistiche di questa forma non è difficile avvertire alla lontana l'influenza paganiniana) ritorna brevemente e con qualche modifica di accento il tema dell'Andante, quasi a sottolineare meglio nei contrasti ritmici il Presto finale, spavaldamente e vistosamente virtuosistico.

Guida all'ascolto 2 (nota )

Franz Schubert scrisse assai poco per violino: tre Sonate giovanili e più tardi alcuni pezzi tra i quali questa Fantasia in do op. 159, composta nel 1827 per il violinista Giuseppe Slawik. Ad essa si suole assegnare uno dei primissimi posti se non addirittura la preminenza nella scala dei valori delle composizioni per violino e pianoforte.

Fatto non nuovo, alla sua prima esecuzione pubblica a Vienna nel gennaio 1828 la Fantasia ebbe invece accoglienze fredde, soprattutto nell'ambiente accademico e critico, il quale mal s'adattava, per pigrizia o per principio, a soppesare una composizione ove non fossero riconoscibili il primo tema, il secondo tema, lo sviluppo condotto secondo determinati schemi tonali, e poi la ripresa, ecc. ecc. Non si comprese che Schubert aveva voluto, a ragion veduta, abbandonare la forma sonata e adottare forme più libere, come tali meglio consentanee al suo mondo espressivo. E infatti nell'Andante molto introduttivo egli mira a suscitare colori strumentali, senz'altra preoccupazione; nel lungo Allegretto, di ritmo ungherese (la minore - la maggiore, poi mi bemolle maggiore) prende, lascia, riprende, sviluppa come e quando vuole i suoi motivi; mentre nell'Andantino, in la bemolle maggiore, chiamato in causa il tema del suo Lied Sei mir gegrüsst, si diverte a condurlo, per gusto di amenità e di virtuosismo esecutivo, nei labirinti di fioritissime variazioni che vanno a concludersi, inaspettatamente e genialmente, nel «tremolo» già udito nell'Andante della Introduzione, qui di colore più scuro, con un che di patetico. Si torna al do maggiore nell'Allegro, che suona tra la marcia e il coro popolaresco. A parte alcuni cambiamenti di tonalità, nel corso di questo Finale si assiste ancora a una sorpresa: l'apparizione d'una nuova variante del delizioso Andantino. Sopraggiunge infine il ritorno, a tempi ristretti, del tema di marcia in do che chiude la Fantasia schubertiana.

Giorgio Graziosi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 23 aprile 2010
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Eliseo, 3 febbraio 1963


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Ultimo aggiornamento 9 febbraio 2014