La Sonata K. 6 appartiene alla prima raccolta a stampa scarlattiana, i trenta Essercizi per gravicembalo pubblicati a Londra probabilmente nel 1738, nei quali, a detta di Ralph Kirkpatrick, il compositore raggiunge «una duttilità senza precedenti, non solo nel manipolare la sonorità del clavicembalo, ma anche nel conferire varietà e leggerezza alla forma binaria, solitamente statica». Nella sonata (tonalità di fa maggiore) il gesto d'apertura è una misteriosa fanfara, che lascia immediatamente il campo a scorribande di terzine che s'inabissano nella regione grave. Ma proprio allora, a confermare l'impressione di un'inventiva inesausta e apparentemente casuale, all'altro capo della tastiera germoglia un motivo destinato a grande rilievo nel corso della sonata.
Raffaele Mellace