Trittico Botticelliano, P 151

per piccola orchestra

Musica: Ottorino Respighi (1879 - 1936)
  1. La Primavera - allegro vivace, allegretto, vivo
  2. L'adorazione dei Magi - andante lento, moderato
  3. La nascita di Venere - allegro moderato, un poco animato, poco più mosso, allegro moderato
Organico: flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno, tromba, triangolo, campanelli, celesta, arpa, pianoforte, archi
Composizione: 1927
Prima esecuzione: Vienna, Konzerthaus, 28 Settembre 1927
Edizione: Milano, Ricordi, 1928
Dedica: Elizabeth Sprague Coolidge
Guida all'ascolto (nota 1)

Nel «Trittico Botticelliano», composto nel 1927, Respighi abbandona la grande orchestra dei suoi celebri «poemi sinfonici» per meglio evocare, con una formazione strumentale di proporzioni ridotte, la delicata, lirica tavolozza del Botticelli.

La prima impressione del «Trittico» si ispira all'«Allegoria della Primavera». Con trilli e tremoli, il musicista - come dice il De Rensis - evoca il boschetto animato dagli zeffiri primaverili e il gorgoglio delle sorgenti, mentre con la soavità di antichi motivi e coi ritmi di perdute danze suggerisce l'estatico sorriso della «Primavera» e le figure danzanti delle tre Grazie.

Il secondo brano, ispirato all'«Adorazione dei Magi», «crea un'atmosfera pastorale al suono di un'antica cantilena popolare natalizia».

Il terzo quadro, «La nascita di Venere», si svolge su un movimento ondeggiante, «quasi ad evocare la visione del mare che rabbrividisce al soffio degli zeffiri. Da questo sfondo emerge un ampio motivo costruito sulle antiche scale greche, come a rendere la suggestione pagana del soggetto».


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciazione, 12 marzo 1961


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Ultimo aggiornamento 5 settembre 2020