Originariamente la Passacaglia di Bach fu scritta per clavicembalo (o, presumibilmente, per clavicordo) con pedaliera. Ma la monumentalità dell'opera ed i «suggerimenti» strumentali in essa contenuti consigliarono di toglierla dalla primitiva destinazione cameristica per realizzarne sui registri dell'organo il carattere sinfonico. L'odierna interpretazione orchestrale respighiana si serve della maggiore concretezza timbrica dell'orchestra per tradurre esplicitamente detti «suggerimenti» ed esaltare nella sede più adatta la sinfonicità della Passacaglia bachiana.
La passacaglia è un'antica danza lenta in tempo ternario, di origine spagnola. Il nome deriva da pasar (passare) e calle (strada): quindi, danza da corteo, anche a giudicare dal suo incedere solenne. Apparsa nel Cinquecento, essa divenne una forma d'arte, coltivata specialmente durante i secoli XVII e XVIII, assumendo la scrittura polifonica. La struttura di tale forma è basata su un disegno melodico del basso - che può essere ripreso in seguito anche dalle altre voci -, la cui costante ripetizione è accompagnata da sempre nuovi contrappunti, in un impegno continuo e crescente di invenzione e di sapienza. In tal senso, la Passacaglia di Bach costituisce l'esempio più ricco e geniale del genere.
Il tema ricorrente, su cui si sviluppano le venti variazioni della Passacaglia, è un motivo molto semplice, «preso a prestito» da Bach da un musicista francese del Seicento, André Raison. E lo stesso tema serve da soggetto per la Fuga finale.