Sonatina per pianoforte


Musica: Maurice Ravel (1875 - 1937)
  1. Modéré (fa diiesis minore)
  2. Mouvement de menuet (re bemolle maggiore)
  3. Animé (fa diesis minore)
Organico: pianoforte
Composizione: 1903 - 1905
Prima esecuzione: Lione, Grand Théâtre, 10 marzo 1906
Edizione: Durand, Parigi, 1905
Dedica: Ida et Cipa Godebski
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Pur essendo vicino a Debussy per quel gusto a cesellare e a raffinare il suono così da cavarne tutto il profumo lirico in esso racchiuso, Ravel tende a distaccarsi nettamente dall'estetica impressionistica per quel senso della ricerca di un'espressione più immediata e umana, meno simbolica e immateriale e rivolta principalmente verso un ideale artistico di chiarezza nelle immagini e di misurata compostezza nella forma. Un esempio di questa accentuata preferenza per il classicismo, che Ravel aveva ricavato dallo studio attento e meticoloso del mondo sonoro francese sei-settecentesco e in particolare della letteratura clavicembalistica così trasparente nella scrittura e agile nell'architettura, si ritrova nella Sonatina scritta nel 1905 in occasione di un concorso bandito da una rivista musicale e subito stampata da Durand, che divenne poi l'editore di tutte le opere del compositore. La Sonatina, che è dedicata ai coniugi Godebsky, nel cui salotto si raccoglievano ogni sera artisti più o meno illustri viventi a Parigi nei primi anni del Novecento, è così chiamata non per la brevità o la facilità di esecuzione, ma per la concisione del discorso musicale in cui ogni elemento è armonizzato e fuso con equilibrata sapienza di invenzione.

La struttura di questa composizione ubbidisce allo stile della sonata classica secondo un carattere ciclico, perché il tema iniziale, così fresco e brillante, ritorna in tutti e tre i movimenti, che hanno una fisionomia ben distinta fra di loro: slanciato e appassionato il primo tempo, grazioso e sognante il Minuetto, vivace e trepidante il terzo tempo, in cui si avverte una leggerezza di tocco e un fremito di danza che ricorre spesso nella produzione raveliana.

Ennio Melchiorre

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Composta nel 1905 per un concorso indetto da una rivista musicale, e dedicata ai carissimi amici Godebski, la Sonatina incontrò subito un successo pieno, aprendo una serie di musiche pianistiche nelle quali Ravel si rifà a schemi compositivi e a modi di scrittura propri della tradizione preromantica.

L'importanza di questa composizione, che ha il fascino di un gioco seducente, e nella quale l'autore raggiunge un equilibrio ideale, è infatti più grande di quanto possa apparire a prima vista: la sua struttura musicale ben definita, la levigatezza semplice e delicata della scrittura, la controllata concisione del discorso, si richiamano alla chiarezza e al nitore delle più pure espressioni clavicembalistiche francesi del Settecento, mentre la perfezione dell'insieme, la linearità della forma e il lirismo del contenuto rendono la Sonatina un meraviglioso, piccolo gioiello.

Il fascino e la tenerezza carezzevole del primo movimento, Modéré, ci immergono subito in un clima di delicata malinconia mentre l'eleganza e la fragile filigrana sonora del Minuetto centrale hanno il sapore agrodolce del rimpianto di un tempo felice, rivissuto con classica compostezza.

Chiude un fervido, entusiastico Animé, i cui ardori e le cui bizzarrie sono temperati da momenti di abbandono e di raccolta commozione, che ci richiamano espressamente al clima del primo movimento.

Salvatore Caprì


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 8 gennaio 1971
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 1 dicembre 2005


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Ultimo aggiornamento 8 giugno 2016