Don Quichotte à Dulcinée (Don Chisciotte a Dulcinea)

Versione per baritono e pianoforte

Musica: Maurice Ravel (1875 - 1937)
Testo: Paul Morand
  1. Chanson romanesque: Si vous me disiez que la terre - Moderato (si bemolle minore - maggiore)
  2. Chanson épique: Bon Saint Michel qui me donnez loisir - Molto moderato (fa maggiore)
  3. Chanson à boire: Foin du bâtard, illustre Dame - Allegro (do maggiore
Organico: baritono, pianoforte
Composizione: 1932 - 1933
Edizione: Durand, Parigi 1934

Vedi al 1932 n. 137 la versione per baritono e orchestra
Guida all'ascolto (nota 1)

I tre poemi su testi di Paul Morand, Don Quichotte à Dulcinée, furono composti tra il 1932 e il 1933 e rappresentano in ordine di tempo l'ultima opera scritta da Ravel, prima che lo colpisse la devastante malattia cerebrale che per quattro anni non gli permise di fissare sul pentagramma una sola nota e lo condusse alla tomba, nonostante il riposo e i lunghi soggiorni in Svizzera, in Marocco e in Spagna, qui accompagnato dall'amico scultore Leon Leyrytz. Il lavoro era stato commissionato per un film su Don Chisciotte con la regìa di Wilhelm Pabs e interpretato dal celebre basso russo Fédor Saljapin; ma il progetto andò in porto con le musiche di Jacques Ibert, in quanto Ravel non potè consegnare in tempo la partitura che venne eseguita per la prima volta ai Concerts Colonne a Parigi il 1° dicembre 1934 sotto la direzione d'orchestra di Paul Paray e nella interpretazione del baritono Martial Singher. Le tre canzoni di Don Quichotte à Dulcinée (poco più di 7 minuti di musica) riflettono il gusto raffinatissimo del grande musicista francese, il quale anche in questo caso, come in altre sue composizioni, rievoca il clima di una Spagna fantasiosa e immaginaria, servendosi di motivi di danza appartenenti alla tradizione delle forme del canto popolare iberico. Infatti la Chanson romanesque è scritta sul ritmo della guajira in tempo mosso e con un'alternanza costante in 6/8 e 3/4; la Chanson épique si avvale di un ritmo in 5/4 a seste parallele proveniente dai Paesi Baschi e chiamato zortziko, mentre la Chanson a boire è costruita sul ritmo della jota, in tempo ternario particolarmente vivace. Si tratta di pezzi calibrati e misurati in ogni accento e sfumatura espressiva, in uno stretto rapporto tra voce e colore strumentale, secondo quello stile asciutto e lineare appartenente al Ravel più autentico e sincero.

Testo


I - CHANSON ROMANESQUE

Si vous me disiez que la terre
À tant tourner vous offensa,
Je lui dépêcherais Pança:
Vous la verriez fixe et se taire.

Si vous me disiez que l'ennui
Vous vient du ciel trop fleuri d'astres,
Déchirant les divins cadastres,
Je faucherais d'un coup la nuit.

Si vous me disiez que l'espace
Ainsi vidé ne vous plaît point,
Chevalier dieu, la lance au poing,
J'étoilerais le vent qui passe.

Mais si vous disiez que mon sang
Est plus à moi qu'à vous, ma Dame,
Je blêmirais dessous le blâme
Et je mourrais, vous bénissant,
O Dulcinée.
I - CANZONE ROMANTICA

Se mi diceste che la terra
girando tanto vi offese,
le invierei Sancio Pancia:
la vedreste fìssa e silenziosa.

Se mi diceste che la noia
vi viene dal cielo troppo fiorito d'astri,
strappando i divini catasti
falcerei di colpo la notte.

Se mi diceste che lo spazio
così vuotato non vi piace,
cavaliere-dio, lancia in pugno,
coprirei di stelle il vento che passa.

Ma se diceste che il mio sangue
è più mio che vostro, mia Signora,
impallidirei sotto il rimbrotto
e morrei benedicendovi,
o Dulcinea.
II - CHANSON ÉPIQUE

Bon Saint Michel qui me donnez loisir
De voir ma Dame et de l'entendre,
Bon Saint Michel qui me daignez choisir
Pour lui complaire et la défendre,
Bon Saint Michel veuillez descendre
Avec Saint Georges sur l'autel
De la Madone au bleu mantel.

D'un rayon du ciel bénissez ma lame
Et son égale en pureté
Et son égale en pieté
Comme en pudeur et chasteté
Ma Dame!

(O grands Saint Georges et Saint Michel!)
L'ange qui veille sur ma veille,
Ma douce Dame si pareille
À vous, Madone au bleu mantel!
Amen.
II - CANZONE EPICA

Buon San Michele che mi date agio
di vedere la mia dama e d'ascoltarla,
buon San Michele che degnate scegliermi
per compiacerla e difenderla,
buon San Michele, vogliate scendere
con San Giorgio sull'altare
della Madonna dal manto azzurro.

Con un raggio di cielo benedite la mia lama
e la sua uguale in purezza
e la sua uguale in pietà
Come in pudore e castità,
la mia dama!.

(O grandi Santi Giorgio e Michele!)
L'angelo che veglia sulla mia veglia,
la mia dolce dama, sì simile
a voi, Madonna dal manto azzurro!
Amen.
III - CHANSON À BOIRE

Foin du Bâtard, illustre Dame,
Qui pour me perdre à vos doux yeux
Dit que l'amour et le vin vieux
Mettent en deuil mon coeur, mon âme!

Ah! je bois à la joie!
La joie est le seul but
Où je vais droit lorsque j'ai bu!
Ah la joie!
Ah! Ah!

Foin du jaloux, brune maîtresse,
Qui geind, qui pleure et fait serment
D'être toujours ce pâle amant
Qui met de l'eau dans son ivresse!
Ah! je bois etc.
III - BRINDISI

Al diavolo il bastardo, illustre Signora,
che per perdermi ai vostri dolci occhi
dice che l'amore e il vino vecchio
mettono il lutto al mio cuore, all'anima mia!

Ah! io bevo alla gioia!
La gioia è il solo fine
cui corro dritto quando ho bevuto!
Ah! la gioia!
Ah! Ah!

Al diavolo il geloso, amica bruna,
che geme, piange e giura
d'essere sempre quel pallido amante
che versa acqua nell'ebbrezza!
Ah! bevo etc.
(Paul Morand - Editions Durand Paris)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 8 aprile 1988


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Ultimo aggiornamento 15 settembre 2012