Il 1907 vede nascere, assieme alla fortunata Vocalise en forme d'habanera (che ha avuto probabilmente il primato delle trascrizioni), Sur l'herbe, su testo di Verlaine, e le Cinq mélodies populaires grecques.
Dopo gli esiti di Fauré, che credeva di 'aver esaurito tutto il Verlaine possibile e musicale', e gli altri, non meno perentori certo, di Debussy, era impresa temeraria riaffrontare il pauvre Lélian, e proprio quello delle Fêtes galantes.
La deliziosissima conversazione in puro stile settecentesco, fra Marivaux e Watteau, esempio preclaro di impressionismo dialogico, viene intesa come un divertissement ritmico, un'alternanza continua fra 9/8 e 6/8, con una scappata nel 12/8 per una sola misura, ed accentuazioni ritmiche indipendenti dal metro.
Mario Bortolotto
SUR
L'HERBE L'abbé divague. - Et toi, marquis, tu mets de travers ta perruque - Ce vieux vin de Chypre est exquis. Moins, Camargo, que votre nuque, - Ma flamme... - Do, mi, sol, la, si. - L'abbé, ta noirceur se dévoile. - Que je meure, Mesdames, si Je ne vous décroche une étoile. - Je voudrais être petit chien! - Embrassons nos bergères, l'une Après l'autre. - Messieurs, eh bien? - Do, mi, sol. - Hé! bonsoir la Lune! |
SULL'ERBA L'abate divaga. - E tu, marchese, ti metti la parrucca per traverso. - Questo vin di Cipro è squisito. Camargo, meno della vostra nuca. - Mio amore... - Do, mi, sol, la, si. - Abate, la tua perfidia si svela. - Ch'io muoia, signore, se non vi stacco una stella. - Vorrei essere un cagnolino! - Baciamo le nostre pastorelle, l'una dopo l'altra. - Signori, ebbene? - Do, mi, sol. - Eh! buonasera, luna! |