Questa prima raccolta del giovanissimo Rachmaninoff contiene uno dei suoi primi capolavori nel genere: Ne poi, krasavica (Oh, non cantarmi, o bella, op. 4, n. 4) è oltretutto anche una delle sue canzoni che più marcatamente guardano ai confini orientali della Russia. Peculiare del grande maestro è far intonare al pianoforte, in uno struggente preludio in dissolvenza, quei "canti della Georgia" che la voce evoca nel suo autorevole recitativo, e poi far procedere i due strumenti della memoria in un empito condiviso. Il primo interludio è la firma del compositore del Primo Concerto, ma il farlo interagire col canto è un gesto da consumato liederista, perché così la bruciante nostalgia che esso incarna si combina con la melodia che ne è all'origine.
Erik Battaglia
Ne
poj, krasavica, pri mne Ne poj, krasavica, pri mne Ty pesen Gruziji pechal'noj; Napominajut mne oni Druguju zhizn' i bereg dal'nij. Uvy, napominajut mne Tvoji zhestokije napevy I step', i nodi', i pri lune Cherty dalekoj, bednoj devy! ja prizrak milyj, rokovoj, Tebja uvldev, zabyvaju; No ty pojosh', i predo mnoj jego ja vnov' voobrazhaju. |
Oh,
non cantarmi, mia bella Oh, non cantarmi, mia bella, I tuoi tristi canti georgiani; Che essi mi ricordano Un'altra vita in terre lontane. Il tuo canto struggente Richiama la memoria Della steppa, della notte, della luna, Del volto di un'umile fanciulla. Se guardo te, posso dimenticare Quella bella, fatale immagine; Ma quando canti, Essa torna a tormentarmi. |