Invitato nel 1924 dalla compagnia di balletti Romanov a scrivere la musica per Le trapèze, un lavoro ispirato alla vita del circo, Prokofief pensò di assolvere il compito creando una composizione di musica da camera in sei tempi per un complesso formato da oboe, clarinetto, violino, viola e contrabbasso. Nacque così il Quintetto op. 39, che è poi rimasto nel repertorio come brano di musica pura (i sei episodi del balletto furono ulteriormente integrati da altri pezzi, inclusi più tardi nella musica del Divertimento op. 43). Il Quintetto è opera tipica del periodo parigino di Prokofief. L'autore stesso lo indica, insieme con la contemporanea Seconda Sinfonia, come «la continuazione della linea che dai Sarcasmi attraverso la Suite scita» e lo pone «tra le più cromatiche delle mie opere», aggiungendo che «tutto ciò è stato composto non senza l'influenza di Parigi». Concepito secondo una tecnica che è stata chiamata «costruttivistica», esso unisce all'intenso cromatismo un complesso gioco di sovrapposizioni armoniche, di audaci effetti strumentali, di aspri sviluppi.
Alberto Pironti