Il luogotenente Kize, op. 60

Suite sinfonica

Musica: Sergej Prokofiev (1891 - 1953)
  1. Nascita di Kize - Andante assai, doppio movimento, andante, allegro come prima, andante assai
  2. Idillio, romanza - Andante, allegretto, andante
  3. Le nozze di Kize - Allegro festoso
  4. Troika - Moderato, allegro con brio, moderato
  5. La sepoltura di Kize - Andante assai, allegro moderato, andante assai
Organico: ottavino 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, sassofono, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, cornetta, 3 tromboni, basso tuba, piatti, campanelle, triangolo, grancassa, tamburo, tamburello, arpa, pianoforte, archi
Composizione: 1934
Prima esecuzione radiofonica: Mosca, 21 dicembre 1934
Prima esecuzione pubblica: Parigi, 20 febbraio 1937
Edizione: Gutheil, Parigi, 1935
Guida all'ascolto (nota 1)

Tra i progetti coltivati da Prokof'ev nell'accingersi a tornare nell'Urss stabilmente nella primavera del 1933, un notevole risalto aveva l'idea di svolgere un ruolo culturale, didattico e sociologico di netto risalto a livello internazionale, diventando una specie di "nume tutelare" della musica sovietica.

Più precisamente le sue intenzioni si manifestarono nel contesto d'un articolo che vide la luce il 16 novembre 1934 sul quotidiano "Izvestja" e di cui vi è cenno anche nell'autobiografia: «Quale musica si debba scrivere oggi è questione di grande importanza per molti compositori sovietici. Ho molto riflettuto su questo problema e credo che la seguente sia la soluzione migliore. Prima di tutto bisogna scrivere della grande musica, adatta all'epoca in cui viviamo... Interessandosi alla grande musica il compositore deve prendere in considerazione il fatto che in Unione Sovietica milioni di persone scoprono la musica... Non è facile trovare il linguaggio adatto. Prima di tutto deve essere musica melodica, di una melodia semplice e comprensibile... La semplicità non deve essere una semplicità passata di moda, bensì una nuova semplicità».

Nella speranza che si potessero realizzare queste condizioni Prokof'ev non ebbe esitazioni ad accettare le difficili condizioni esistenziali che già sopportavano in Urss i suoi amici, di cui era ben al corrente: ma «la musica secondo la mia concezione» aveva la precedenza assoluta per Prokof'ev. La bruciante fine delle illusioni non tarderà troppo tempo a manifestarsi, l'equivoco si preciserà quando il compositore si troverà in trappola, «perché Stalin giocò con Prokof'ev la partita del gatto con il topo. Molte furono infatti le assicurazioni verbali che Prokof'ev ricevette a conferma che avrebbe potuto fare tournées all'estero anche dopo il suo rientro in Urss. Qualche anno dopo il suo definitivo ritorno la gabbia si chiuse e le brevi tournées in America dopo il 1936 furono possibili lasciando in ostaggio i figli a Mosca» (cfr. Prokof'ev di M. R. Boccuni, Palermo 2003).

Tra la primavera e l'autunno del 1933 Prokof'ev tenne alcuni concerti a Mosca e a Leningrado suonando, tra l'altro, il Terzo Concerto per pianoforte oltre a dirigere la Suite scita e la Terza Sinfonia. In parallelo cominciò a ricevere importanti committenze, tra le quali nell'autunno dell'anno precedente vi fu l'invito a scrivere le musiche per un film, il cui soggetto si basava su un racconto di Jurij Tynjanov. Sulle prime il compositore sembrò un po' interdetto, nonostante il cinema in sé, questo nuovo mezzo di comunicazione di massa, l'avesse sempre molto intrigato: tra i suoi ricordi in proposito vi era anche il gran divertimento provato una volta con Mejerchol'd a Parigi nel programmare alcune riprese dal vivo nel suo giardino, filmandole poi con una piccola cinepresa.

L'insolito dipanarsi del soggetto proposto in vista della realizzazione della sua prima colonna sonora, scatenò sin dai primi momenti l'interesse e l'inventiva di Prokof'ev, in particolare per un certo sapore gogoliano che suggeriva l'opportunità di irridere l'ottusità della burocrazia del mondo militare verso la fine del '700, all'epoca dello Zar Paolo I. Nella traduzione italiana - Il luogotenente Kize - si vanifica il doppio senso che vi è in russo (Porutcik Kize) e che determinò l'equivoco che sta alla base della trama romanzesca: un cancelliere del reggimento Preobrazenskij, nel ricopiare un ordine del giorno, si lascia sfuggire un errore di trascrizione, perché invece di scrivere Porutcik-ze annotò Porutcik-Kize dando una identità ad un militare inesistente. Da tale premessa in maniera ineluttabile derivò una vera e propria commedia degli equivoci in tutte le varie tappe della vita di quel soldato, dall'amore al matrimonio sino alla morte, con il corollario di un sontuoso funerale alla presenza dello Zar.

Per rendersi conto di come procedere all'avvio della composizione musicale Prokof'ev prese subito contatto con Aleksandr Michajloviè Fajncimmer, il regista degli studi di Belgoskino. E quest'ultimo riferì il tenace impegno del musicista nel documentarsi sia su tutti i movimenti e i passaggi tecnici delle riprese filmiche sia sull'ambientazione dei luoghi, delle scene, dei costumi del tardo Settecento russo, nonché sulla gestualità, financo la mimica facciale del protagonista.

A differenza di quanto sarebbe accaduto nei futuri lavori cinematografici di Ejzenstejn, ove la collaborazione si sarebbe svolta in parallelo, in questa prima sua esperienza Prokof'ev prese prima visione integrale del materiale filmico registrato, soffermandosi a considerare i dettagli più minuziosi, per comporre poi una colonna sonora articolata in sedici passaggi di maggior o minore ampiezza, ivi compresi alcuni canti popolari, modellati sull'antico folclore urbano. E in ogni pagina, quasi sulla falsariga d'una musica di balletto, v'era un peculiare carattere di segno teatrale inequivoco.

Prokof'ev seguì con attenzione la registrazione della colonna sonora, con l'orchestra condotta da Isaac Dunaevskij, annotando in un suo taccuino: «Dunaevskij dirigeva abbastanza efficacemente. Purtroppo la conclusione del soggetto cambiava in continuazione, complicando ed appesantendo il film che, quando fu presentato al pubblico, non riscosse un grande successo. L'anno dopo ne ricavai che avevo composto per la pellicola notevole materiale sinfonico e mi diedi da fare per ristrutturarlo in una Suite sinfonica, impegnandomi per quest'ultima molto di più rispetto alla musica originaria, dato che era necessario trovare la forma, riorchestrarla, separare i motivi, perfino unire i temi». L'8 luglio 1934 questa partitura fu ultimata nella dacia di Pètr Petrovicf Konc'alovskij, l'amico pittore che gli fece il ritratto. La prima esecuzione assoluta di questa Suite sinfonica ebbe luogo alla Radio russa il 21 dicembre 1934 sotto la direzione dell'autore.

Il primo movimento, La nascita di Kize, si apre con l'eco di un richiamo di cornetta militare che assumerà il ruolo di idea motivica fondamentale nell'andamento dell'intera composizione. L'atmosfera militaresca, che la sagacissima scrittura strumentale provvede a variegare di sottile humour, progressivamente si espande in una sorta di marciante fanfara di stampo marionettistico sotto la guida dell'ottavino al di sopra del meccanico rullare di un tamburo militare. Questo incedere piuttosto superficiale è seguito da un'ispirata frase melodica russa che si identifica poi nel tema del protagonista. Nella sezione centrale, a guisa di Trio, della marcia le fanfare degli ottoni si intersecano con gli interventi roboanti delle percussioni. Simmetrica è la conclusione con il ritorno del segnale militare.

Il secondo movimento è una Romanza e si caratterizza per un clima sonoro nettamente diverso, dal momento che dà voce alla canzone d'amore d'un Kize innamorato. Prokof'ev ne compose due versioni: una per il registro di baritono e orchestra, l'altra per orchestra sola. La connotazione tematica di questo tempo è modellata sulla struggente ballata Il colombo cinerino si lamenta notte e giorno di Dmitriev, ove Prokof'ev, invece di seguire letteralmente la melodia originaria, ne inventa una sua propria nello spirito di questo canto popolare del primo Ottocento, con screziature modali e venature malinconiche sull'accompagnamento dell'arpa. All'effusione sentimentale seguono Le nozze di Kize sull'avvio d'un andamento musicale piuttosto pesante e pomposo d'intento celebrativo da cui si staglia una specie di canto di nozze, ove il ritorno stridulo della cornetta funge quasi da sberleffo. Nella parte centrale del terzo movimento la ricomparsa del tema di Kize imprime una connotazione più sensuale per il palpitante intervento del sassofono tenore. E la conclusione ripropone gli accenti fastosi dell'avvio, estroverso e pomposo.

Ecco quindi, in quarta posizione, la Troika - essa pure in doppia versione, cantata e strumentale - sull'incalzante motivo d'un eccitato canto ussaro di taverna, mentre la slitta corre veloce («II cuore di una donna è come una taverna: un mondo pieno di ospiti, ogni mattina c'è chi arriva e c'è chi parte») sul frenetico accompagnamento delle percussioni, del pianoforte, dell'arpa, nonché delle sonagliere mentre una variante del tema del protagonista, a guisa di ritornello, riappare tra un couplet e l'altro del canto soldatesco.

D'ampio risalto sinfonico è da ultimo il quinto movimento, La sepoltura di Kize, in cui ritornano tutti gli incisi motivici dei tempi precedenti, introdotti e siglati dal richiamo della cornetta militare, con la riproposta del tema di Kize nell'assorto e funereo intervento del clarinetto; si ascolta poi di nuovo la frase melodica del "Colombo cinerino", affidata alternativamente alla tuba sola e agli archi, ma l'apparente tristezza generale è interrotta dalla combinazione divertente, nel gioco contrappuntistico, dell'inciso melodico e del motivo nuziale del terzo movimento, tra varie modulazioni di gusto comico. Da ultimo torna il clima funereo ma il tema di Kize gradualmente si dissolve nell'intervento del flauto mentre sullo sfondo c'è l'eco della cornetta sul rullare del tamburo.

Luigi Bellingardi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorium Parco della Musica, 31 gennaio 2009


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Ultimo aggiornamento 3 agosto 2012