Concerto n. 4 in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra, op. 53

per la mano sinistra

Musica: Sergej Prokofiev (1891 - 1953)
  1. Vivace
  2. Andante
  3. Moderato
  4. Vivace
Organico: pianoforte solista, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, tromba, trombone, grancassa, archi
Composizione: 1931
Prima esecuzione: Berlino, 5 settembre 1956
Dedica: Paul Wittgenstein
Guida all'ascolto (nota 1)

Il Quarto Concerto in si bemolle maggiore per pianoforte (sola mano sinistra) e orchestra op. 53 di Prokofiev risale al 1931 e appartiene a quell'estrema fase neoclassica del compositore che precede immediatamente il definitivo ritorno nell'U.R.S.S. e, per la sua asprezza e, a tratti, esasperata violenza, si distingue dalla sua successiva produzione che, nel clima del neorealismo preconizzato in Russia, cercava di contemperare neo-lassicismo e neoromanticismo. Il Quarto Concerto era stato commissionato a Prokofiev dal pianista austriaco Paul Wittgenstein (1887-1961) il quale aveva perso il braccio destro durante la prima guerra mondiale. Specializzatosi forzatamente nell'esecuzione di musiche per la sola mano sinistra chiese lavori di tal genere a molti compositori contemporanei tra cui anche R. Strauss, Ravel e Britten. Alla sua iniziativa si deve dunque la nascita di un capolavoro come il Concerto per la mano sinistra di Ravel.

Meno gradito e comprensibile gli risultò invece il Concerto fornitogli da Prokofiev. Tant'è vero che egli non lo eseguì mai. Ancora nell'edizione francese del 1947, della biografia ufficiale di Prokofiev dovuta al Nestiev si può leggere «purtroppo il Concerto presentò uno stile talmente complicato da dispiacere a Wittgenstein, che rifiutò di eseguirlo e il lavoro non fu mai eseguito da nessuno». Negli anni del secondo dopoguerra il Quarto Concerto cominciò ad interessare dei pianisti più intraprendenti e più aperti alle esperienze moderne. L'opera si articola in quattro movimenti. Le parti estreme sono d'impostazione prevalentemente virtuosistica e motoria. La seconda è un lirico Andante. La terza un Allegro in forma di sonata, vigoroso e intriso di quel dinamismo che caratterizza le più tipiche musiche di Prokofiev,

Roman Vlad


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 21 aprile 1974


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Ultimo aggiornamento 25 ottobre 2013