Vanitas vanitatum

Cantata per soli, coro maschile e orchestra

Musica: Ildebrando Pizzetti (1880 - 1968)
Testo: dall'Ecclesiaste
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro maschile, orchestra
Composizione: 1958
Prima esecuzione: Venezia, Teatro La Fenice, 27 settembre 1958
Edizione: Forlivesi, Firenze, 1960
Guida all'ascolto (nota 1)

Dedicata a Vincenzo Tommasini in memoriam, la cantata Vanitas vanitatum (su testi tolti dal libro dell'Ecclesiaste) è stata presentata al pubblico il 27 settembre 1958, al XXI Festival Internazionale d'i Veriezia, nel concerto di musiche italiane contemporanee in prima esecuzione organizzato dalla Radiotelevisione italiana in occasione del decimo anniversario del «Premio Italia».

La cantata può considerarsi suddivisa in quattro parti: una prima in cui il coro e il basso solista si alternano nell'intonare i diversi versetti del primo capitolo dell'Ecclesiaste; una seconda esclusivamente corale (Omnia tempus habent), su versetti del terzo capitolo; una terza (Dulce lumen), nella quale brani dei capitoli XI e IX sono affidati al soprano solista commentato alla fine dal coro; una quarta (Memento creatoris tui), il cui testo, tratto dall'ultimo capitolo dell'Ecclesiaste, è cantato dal basso solista, con interventi del coro, al quale sono affidati il versetto finale (Et cuncta quae fiunt) e la ripresa, in tono sommesso, quasi in un sussurro, delle parole iniziali (Vanitas vanitatum, et omnia vanitas).

Carlo Marinelli

Testo

Vanitas vanitatum, et omnia vanitas. Vanità delle vanità, e tutto è vanità.
Quid habet amplius homo de universo labore suo, quo laborat sub sole? Che profitto ha l'uomo di tutta la fatica che dura sotto il sole?
Generatio praeterit et generatio advenit; terra autem in aeternum stat. Una generazione se ne va, un'altra viene, e la terra sussiste in perpetuo.
Oritur sol et occidit. et ad locum suum revertitur, ibique renascens. Il sole si leva, poi tramonta e s'affretta verso il luogo donde si leva dì nuovo.
Gyrat per meridioni et flectitur ad aquilonem; lustrans universa in circuito pergit spiritus et in circulos suos revertitur. Il vento soffia verso il mezzogiorno, poi gira verso settentrione; va girando, girando continuamente per ricominciare gli stessi giri.
Omnia flumìna intrant in mare, et mare non redundat: ad locum onde exeunt flumina revertuntur ut iterum fluant. Tutti i fiumi corrono al mare ed il mare non trabocca; i fiumi tornano al luogo donde escono, per riprendere dì nuovo a scorrere.
Cunctae res diffìciles, non potest eas homo explicare sermone, non saturatur oculus visu, nec aurìs andito impletur. Ogni cosa è in travaglio più dì quel che l'uomo possa dire, l'occhio non si sazia mai di vedere ne l'orecchio è mai stanco di udire.
Quid est quod fuit? ipsum quod futurum est. Quid est quod factum est? ipsum quod faciendum est. Che è quello che è stato? Lo stesso di quel che sarà. Che è quello che è stato fatto? Lo stesso di quello che si deve fare.
Nihil sub sole novum... Non v'è nulla di nuovo sotto il sole...
Omnia tempus habent, Per tutto v'è il suo tempo..
Tempus nascehdi et tempus moriendi, Un tempo per nascere e un tempo per morire,
Tempus flendi et ridendi, Un tempo per piangere e uno per ridere,
Tempus spargendi lapides et tempus colligendi, Un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle,
Tempus dilectionis et tempus odii, tempus belli et tempus pacis. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Omnia qne fecit Deus perseverent in perpetuum; non possumus eis quidquid addere nec auferre quae fecit Deus ut timeatur. Tutto quello che Dio fa è per sempre; non possiamo aggiungervi niente; né possiamo togliere quello che Dio ha fatto perchè, gli uomini lo temano.
Dulce lumen et delectabile est oculis videre solem, La luce è dolce ed è cosa piacevole vedere il sole.
Laetare ergo, juvenis, in adolescentia tua et in bono sit cor tuum in diebus juventutis truae, et ambula in vìis cordis tui et in intuitu oculorum tuorum. Rallegrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il cuor tuo durante i giorni della tua giovinezza, e cammina pure nelle vie dove ti mena il cuore e seguendo gli sguardi degli occhi tuoi.
Perfruere vita cura uxore quam diligis, cunctis diebus vitae instabilis tuae. Godi la vita con la moglie che ami durante tutti i giorni della tua età mutevole.
Vade ergo, et comede in laetitia panem tuum, vade ergo et bibe viri um tuum cum gaudio, Va, e mangia il tuo pane lietamente e bevi il tuo vino con gioia,
Sed scito quod pro omnibus his adducet Deus in judicium. Ma sappi che per tutte queste cose Iddio ti chiamerà in giudizio.
Memento creatoris tui in diebus juventutis tuae, antequam veniat tempus afflictionis, Ricordati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni dell'afflizione,
Antequam erubescat sol et lumen, et luna et stellae et revertantur nubes post pluviam; Prima che il sole, la luce, la luna e le stelle s'oscurino e le nuvole ritornino dopo la pioggia;
Antequam rumpatur funiculus argenteus et recurrat vitta aurea, et conteratur hydria super fontem et confringatur rota super cisternam, Prima che il cordone d'argento si strappi e il vaso d'oro si spezzi, la brocca si rompa sulla fonte, la ruota infranta cada nel pozzo,
Et revertatur pulvis in terram unde erat, et spiritus redeat ad Deum qui dedit illum. E la polvere ritorni alla terra com'era prima, e lo spìrito ritorni a Dio che l'ha dato.
Fili mi, Deus time et mandata eius observa... hoc est enim omnis homo. Figlio mio, temi il Signore e osserva i suoi comandamenti, poiché questo è il tutto dell'uomo.
Et cuncta quae fiunt adducet Deus in judicium, sive bonum, sive malum illud sit. E tutto quello che accade Iddio farà venire in giudizio, sia bene, sia male.
Vanitas vanitatum, et omnia vanitas. Vanità delle vanità, e tutto è vanità.

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 9 novembre 1958


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Ultimo aggiornamento 12 gennaio 2017