Il «Preludio a un altro giorno» di Ildebrando Pizzetti è stato composto nell'estate del 1951. L'Autore ritiene che il titolo debba bastare a illustrare questa sua composizione, il cui significato, peraltro, è tutto compreso in una musica priva di intenzioni narrative o descrittive.
In questa partitura - aggiungiamo - si avverte quel particolare tono drammatico, ma fatto più intimo, che informa la produzione teatrale pizzettiana e che qui deriva dalla presenza di due elementi sentiti come opposti: quello naturale e quello umano. Sul primo - evocante la nascita del giorno nei suoi vari movimenti, da quello pieno di turbante mistero che precede l'incantato chiarore dell'alba, fino allo squillante trionfo della luce - si eleva la voce commossa dell'uomo come a dire l'ansia segreta di un altro domani che urge dietro la nostalgia di un passato conservato solo nel ricordo. Una commozione che esprime il dramma profondo della peribilità, della labilità, della insecuritas della condizione umana di fronte all'immutabilità della natura eternamente risorgente dei giorni.