La Pisanella

Suite dalla musica di scena per il dramma di Gabriele D'Annunzio

Musica: Ildebrando Pizzetti (1880 - 1968)
  1. Nel palazzo del Re latino di Cipro; Sire Hugust - Lento
  2. Sulla banchina del porto di Famagosta; La Pisanella - Vivamente
  3. Al castello della Regina spietata - Sostenuto
  4. La Danza bassa dello Sparviero - Sostenuto, quasi grave
  5. La Danza dell'Amore o della Morte profumata - Assai mosso
Organico: 2 flauti (2 anche ottavino), 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, timpani, triangolo, pianoforte, celesta, 2 arpe, archi
Composizione: 1917
Prima esecuzione: Roma, Augusteo, 15 febbraio 1914
Edizione: A. Forlivesi & C., Firenze, 1922
Dedica: Ida Rubinstein e Kate Dalliba John
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Appena terminata la composizione di Fedra, nell'ottobre del 1912, Pizzetti riceve da D'Annunzio la richiesta di comporre le musiche di scena per La Pisanelle, ou la Mort parfumée, destinata alla danzatrice Ida Rubinstein. Dalla partitura, composta di 12 numeri, Pizzetti trarrà la suite orchestrale di 5 brani. Sono questi i momenti salienti del lungo lavoro musicale che accompagna, quasi continuativamente, il testo dannunziano. Non mancano, tra gli incantesimi di suggestione dannunziana, anche i momenti in cui, come nella Danse basse de l'Épervier, la mano di Pizzetti ritrova quella asciuttezza di segno più strettamente discendente dalla sua personale visione drammatica.

La prima esecuzione parziale della suite, limitata al secondo, al terzo e al quinto brano ebbe luogo all'Augusteo di Roma sotto la direzione di Bernardino Molinari, il 15 febbraio 1914; l'esecuzione integrale, sotto la direzione dell'autore, fu data l'11 maggio 1919 al Teatro San Carlo di Napoli.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Nel periodo compreso tra la Fedra (1912) e la Dèbora e Jaéle (1921), che rappresentano due momenti importanti e significativi della sua drammaturgia musicale, Pizzetti compose diversi lavori da camera, corali e strumentali che avrebbero avuto larga diffusione in sede concertistica, come, ad esempio, le musiche di scena per La Pisanella di Gabriele D'Annunzio, rappresentata per la prima volta a Parigi, al teatro dello Chàtelet, l'11 giugno del 1913. Dalla partitura originaria, che comprendeva undici pezzi sinfonici con interludi e danze che servivano a commentare l'azione scenica, lo stesso Pizzetti ricavò una suite per orchestra in cinque parti, che venne presentata all'Augusteo romano nel 1917 e molto tempo dopo, il 24 febbraio del 1955, fu utilizzata per un'azione coreografica al teatro dell'Opera di Roma (coreografo Boris Romanoff e direttore d'orchestra Angelo Questa). Già in precedenza, nel 1905, Pizzetti aveva scritto altre musiche di scena per La Nave di D'Annunzio, ma in realtà si era trattato di musiche corali rielaborate secondo i modi greco-latini ecclesiastici, mentre questa volta con La Pisanella la musica acquistava un carattere più spiccatamente teatrale e visivo, cercando di aderire meglio e più intimamente all'espressione poetica dannunziana. Forse, in questo caso Pizzetti ci riesce in modo abbastanza convincente, perchè con la sua musica così varia e ricca di colori armonici coglie nel segno dell'acceso orientalismo del poema dello scrittore abruzzese, che narra le vicende di una bella cortigiana di Pisa (la Pisanella, appunto) amata follemente da Ughetto di Cipro e uccisa per invidia da un gruppo di schiave che vivono nell'ombra del regno del suddetto signore, dominato da una madre accentratrice e dispotica.

I momenti tipici e salienti della brillante partitura riguardano il secondo episodio, destinato ad evocare pittorescamente il movimento del molo di Famagosta, dove si radunano mercanti e corsari di ogni specie sotto i dardi cocenti del sole che brucia l'isola di Cipro; la scena che va sotto il nome di «Danza bassa dello sparviero» per soli archi, in cui esplode con forza e vigore la travolgente passione della protagonista (il ritmo è quello lento e cadenzato di una sarabanda); e infine la «Danza dell'amore e della morte profumata» che segna il tragico epilogo del dramma, dove tra i sussulti serrati e vibranti dell'orchestra si leva e si espande con accenti dolorosi il tema della Pisanella, che muore dannunzianamente tra le esalazioni delle rose che la inebriano d'amore e di felicità. Non c'è dubbio che, al di là di un certo decorativismo condizionato dalla scelta del testo, il sinfonismo pizzettiano si impone per il suo schietto e pungente lirismo e per l'immediatezza del discorso melodico.


(1) Testo tratto dal Repertorio di Musica Classica a cura di Pietro Santi, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2001
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 12 gennaio 1975


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Ultimo aggiornamento 21 settembre 2016