Nel 1777 Mozart rinunciò al mal retribuito ufficio di Konzertmeister del principe di Salisburgo e decise di «andare a cercare fortuna altrove». Partì insieme alla madre per Monaco e, dopo una permanenza di quattro mesi a Mannheim, centro di uno stile strumentale e sinfonico ch'ebbe grande influenza sugli sviluppi della scuola viennese, giunse nella capitale francese dove si trattenne gran parte del 1778. La morte della madre dopo breve malattia e l'annuncio da parte del padre che a Salisburgo l'attendeva un buon contratto, lo indussero, seppure a malincuore, a riprendere la via del ritorno.
Sette sono le Sonate per violino che Mozart compose in parte a Mannheim, in parte a Parigi; tra queste ultime figura la Sonata in re maggiore K. 306. Non entrando nei dettagli strutturali e formali che dimostrerebbero ora il prevalere dello stile tedesco ora di quello parigino, qua la geniale fusione dell'uno e dell'altro, altrove le soluzioni del tutto originali, basti accennare che l'Andante cantabile, assai vicino a quello della Sinfonia detta «la parigina», presenta una condotta più libera e uno sviluppo più ampio delle sonate di Mannheim, non senza accenti drammatici che ci richiamano alla caratterizzazione espressiva, quasi teatrale, di gusto francese. Come pure, nel Finale, si fanno risalire all'influsso del soggiorno parigino l'elegante rifinitura delle idee e il brioso scintillio ch'esse producono nel vivace congiungersi e disgiungersi dei due strumenti,