Sonata per pianoforte n. 6 in re maggiore "Dürnitz", K1 284 (K6 205b)


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Allegro (re maggiore)
  2. Rondò alla polacca. Andante (la maggiore)
  3. Tema e 12 Variazioni (re maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: Monaco, 28 febbraio - marzo 1775
Prima esecuzione: Augsburg, Konzertsaal, 22 ottobre 1777
Edizione: Torricella, Vienna 1784
Guida all'ascolto (nota 1)

Un equivoco clamoroso, seppur condiviso da pochi, è riuscito spesso a circolare riguardo l'opera pianistica di Wolfgang Amadeus Mozart: che si tratti cioè di musica facile, scritta così chiaramente e simmetricamente da poter essere suonata anche dai bambini o che riesca bene eseguita da un computer. Ovviamente la giusta osservazione di una chiarezza semantica del pentagramma mozartiano non può tradursi in uno speculare esito esecutivo. Se è vero che agli occhi del lettore la scrittura sia rigorosa e inequivocabile, altrettanto esatto deve essere il frutto sonoro alle orecchie dell'ascoltatore. E il fatto che molti bambini suonino la musica di Mozart non garantisce tale risultato.

La Sonata K. 284, composta nel 1775 (all'età di diciannove anni) per il barone Thaddäus von Dürnitz, è un esempio - in tutte le sue pagine, in ogni singolo momento - di questa grafia limpida che cela però insidie interpretative.

A partire dal brillante e rapido Allegro di apertura, notiamo che l'approccio compositivo pare scaturire dall'esecuzione, dal movimento scherzoso e felice delle mani sui tasti. Anche nel particolare movimento centrale, Polonaise en rondeau, sembra di essere al cospetto di una musica che si compone mentre la si esegue, come se il pensiero e la scrittura venissero ben dopo il gesto.

Le dodici Variazioni, che costituiscono la parte più corposa della Sonata, sono state oggetto di apprezzamento da parte di uno dei musicisti più critici nei confronti di Mozart, Glenn Gould: «È una gioia per me suonare la Sonata K. 284. Il suo ultimo movimento, una specie di Rondò rivisto e corretto, è una serie di Variazioni piene di fantasia, le migliori che [Mozart] abbia mai scritto del genere. Credo che nessuna serie di Variazioni di Beethoven (comprese le Diabelli) presenti mutamenti di umore così frequenti e così sottili come queste, dove si realizza una straordinaria sintesi». In effetti Mozart nel terzo movimento riesce a creare una diversificazione assoluta e insieme una coerenza totale attraverso pochissimi espedienti tecnici, giocando con terzine e quartine, ottave parallele e spezzate, distribuendole poi tra mano destra e sinistra, con soventi incroci. Ancora, nel meraviglioso cantabile della Variazione XI, alterna forte e piano a ogni singola nota della scala cromatica. Questo pezzo è nato suonandolo; tutto in queste Variazioni sa di divertimento.

Federico Capitoni


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 26 novembre 2009


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 9 novembre 2012