Sonata per pianoforte n. 3 in si bemolle maggiore, K1 281 (K6 189f)


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Allegro (si bemolle maggiore)
  2. Andante amoroso (mi bemolle maggiore)
  3. Rondò. Allegro (si bemolle maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: Salisburgo, autunno, 1774
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia 1799
Guida all'ascolto (nota 1)

Mozart, come tutti sanno, fu un ottimo pianista e un grande virtuoso del pianoforte, in quanto su questo strumento ebbe inizio e si approfondì la sua educazione musicale. Il pianoforte divenne il suo amico di tutti i giorni e i primi pezzi composti quando aveva quasi dieci anni sono il K. 19d per pianoforte a 4 mani e le Variazioni per pianoforte K. 24 e K. 25. Poi man mano apparvero altri componimenti per pianoforte, da solo e con orchestra, fino a giungere alle prime importanti Sonate, comprese fra il K. 279 e K. 283, terminate probabilmente nell'autunno del 1773. Ricchissima è la produzione pianistica degli anni di Vienna compresa fra il 1781 e il 1786. In essa vanno collocate 20 opere per pianoforte solo (sonate, variazioni, fantasie, suites, fughe, rondò), Variazioni a 4 mani in sol K. 501, una Fuga in sol minore a 2 e a 4 mani K. 401, le due Sonate a 4 mani in fa K. 497 e in do K. 521. A Vienna Mozart scrisse inoltre 6 Trii con pianoforte (1784-'86), due Quartetti con pianoforte (1785-'86), un Quintetto per 4 strumenti a fiato e pianoforte in mi bemolle K. 452 (1784) e le Sonate K. 376, K. 377, K. 379, K. 380, senza dimenticare alcune delle più significative Sonate per violino e pianoforte, come quella in mi bemolle K. 481 del 1785 e l'altra in la K. 526 del 1787, ritenuta la più geniale delle composizioni mozartiane per violino e pianoforte. Naturalmente prima di giungere alla formulazione di uno stile proprio Mozart tenne conto della lezione proveniente dalle scuole italiana, parigina, dei due figli di Bach, Philipp Emanuel e Johann Christian, e soprattutto di Haydn, come si può avvertire anche in questa Sonata in si bemolle maggiore K. 281, scritta a Salisburgo nell'autunno del 1774. L'influenza di Haydn in questa Sonata si può cogliere più nel modo come essa viene sviluppata piuttosto che nella qualità dell'invenzione melodica, molto più libera e articolata sotto il profilo espressivo.

Il primo Allegro comprende due temi, nettamente distinti fra di loro, e seguiti da una piccola cadenza, secondo un procedimento già utilizzato da Haydn, che amava spezzare l'effetto provocato dalla successione di due frasi musicali diverse. Non mancano ripetizioni e ritorni ai due temi, senza alcuna novità ornamentale, anche se il brano resta sostanzialmente brillante sino al ritornello finale. L'Andante, indicato sull'autografo mozartiano come Andante amoroso, presenta un carattere galante e dolcemente cantabile, nella tonalità di mi bemolle. Il gioco e lo sviluppo fra i due terni si svolgono con piacevolezza di modulazioni ed estrema varietà di accenti, puntati su cambiamenti di tonalità. Il tempo finale è un Rondò, concepito secondo la consuetudine delle sonate pianistiche italiane. Certo, il discorso se e fino a che punto Mozart costruisca un rondò nella forma italiana o in quella francese è difficile poterlo stabilire, ma è evidente che il rondò all'italiana contiene una maggiore estensione nello svolgimento tematico e si distingue per la sua accentuata spigliatezza nel rapporto tra la frase principale e il ritornello. Del resto questo Rondò della Sonata K. 281 è particolarmente fosforescente e leggero, di una linea espressiva presumibilmente italiana, e contiene anche una piccola cadenza ad libitum, prima della ripresa del tema con l'accompagnamento di un trillo che passa egualmente da una mano all'altra.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 13 marzo 1987


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Ultimo aggiornamento 23 luglio 2013