Sinfonia n. 6 in fa maggiore, K 43


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. ... (fa maggiore)
  2. Andante (do maggiore)
  3. Minuetto (fa maggiore)
  4. Allegro (fa maggiore)
Organico: 2 oboi o flauti, 2 corni, archi
Composizione: Vienna (o Olmütz), autunno 1767

L'Andante utilizza il duetto per soprano e tenore n. 8 di "Apollo et Hyacinthus" K 38
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

I modelli galanti di Johann Christian Bach, seguiti per i primi esperimenti nel genere sinfonico, dovettero già apparire insoddisfacenti all'undicenne Mozart il quale, scrivendo a Vienna, verso la fine del 1767, la sua ottava Sinfonia nella tonalità di fa maggiore, si rivela decisamente suggestionato dalle «novità» che proprio in quegli anni Esterhàza rivelava all'Europa musicale, per mezzo degli editori parigini Bailleux e Bérault o le copie manoscritte circolanti negli archivi. Relegato nella piccola Versailles magiara a produrre quartetti, sonate e sinfonie che avrebbero mutato volto e cammino alla musica, Haydn ignorava che un ragazzo stava già seguendo le sue orme in modo coerente e insieme improntato alla più grande autonomia. La Sinfonia K. 43 è tra le prime di Mozart ad adottare i quattro movimenti che saranno tipici dell'architettura classica, abbandonando il vecchio trittico (un Adagio o Andante incorniciato fra due Allegri) caro al sinfonismo galante italiano, e in seguito sporadicamente ripreso dal giovane musicista. Più densa e robusta vi appare la scrittura orchestrale, che adotta il sistematico sdoppiamento della parte delle viole: procedimento, questo, in verità, più che haydniano, napoletano, di una «napoletanità» dall'aulica e dotta impronta barocca alla Jommelli, l'autore per il quale il ragazzo di Salisburgo più tardi manifesterà sensi di annoiata ammirazione. Italiani rimangono ancora il tema marziale del primo tempo e quello di giga del finale, anche se entrambi forzati a insoliti e punto italiani processi elaborativi. Palese è infine l'aspirazione complessiva all'impegnativo, che ha come rovescio della medaglia il provvisorio appannarsi dell'angelica freschezza infantile; seriosità cui Mozart tenta di ovviare dettando un Andante dalle movenze addirittura frivole, quasi un tempo di divertimento o di serenata.

Giovanni Carli Ballola

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

La Sinfonia in fa K. 43, scritta a Olmutz nel 1767, puntualizza il momento in cui, dallo stile italianeggiante di Johann Christian Bach (che il fanciullo Mozart aveva frequentato intimamente nel recente viaggio a Londra) si passa all'influsso dello stile haydniano e in genere dell'ambiente viennese. Se infatti la Sinfonia si articola in quattro movimenti con il suo bravo Minuetto - per citare i caratteri più appariscenti - resta tuttavia il rilievo, alla maniera italiana, conferito ai violini «sui quali riposa essenzialmente l'edificio musicale» (Saint-Foix), lasciando ai fiati per lo più funzioni di rassodamento melodico-armonico e di tinteggiatura timbrica. Si può ancora osservare in proposito che le tre coppie di strumenti a fiato - Flauti, Oboi, Corni - non agiscono, mai tutte insieme ma si alternano nel corso della Sinfonia; così che nell'Allegro iniziale agiscono Oboi e Corni, nell'Andante (in do, archi con sordina) gli Oboi sono sostituiti dai Flauti, ritornando poi nel Minuetto, che ha il suo Trio riservato ai soli archi. Egualmente con Oboi e Corni è l'Allegro finale.

Giorgio Graziosi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 2 dicembre 1975
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Eliseo, 4 aprile 1963


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 16 luglio 2016