Sinfonia n. 23 in re maggiore "Salisburghese", K1 181 (K6 162b)


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Allegro spiritoso (re maggiore)
  2. Andantino grazioso (sol maggiore)
  3. Presto assai (re maggiore)
Organico: 2 oboi, 2 corni, 2 trombe, archi
Composizione: Salisburgo, 19 maggio 1773
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Rientrato dal terzo e ultimo viaggio in Italia nel marzo 1773, Mozart si trattenne a Salisburgo fino all'inizio dell'estate, quando partì alla volta di Vienna. Le esperienze internazionali, che tanto avevano giovato alla formazione del ragazzo, ponendolo in contatto con tutte le principali realtà europee, avevano anche sortito l'effetto di rendere il giovane Mozart insofferente verso la vita musicale salisburghese, che gli appariva provinciale. Di qui gli attriti con l'arcivescovo Colloredo e i ripetuti tentativi di evasione dalla città natale. Logico comunque che i periodi trascorsi a Salisburgo fra un'esperienza di viaggio e l'altra fossero impiegati prevalentemente nel tentativo di mettere a frutto le acquisizioni del viaggio appena concluso, riplasmate, ovviamente, in uno stile personale.

Questo avviene ancora con le quattro Sinfonie scritte nei mesi primaverili del 1773, partiture in cui per l'ultima volta Mozart si mostra sostanzialmente incline al gusto italiano e quindi a uno stile sinfonico elegante ma risolto nel segno di una brillante sintesi. A partire dall'inverno seguente un nuovo ciclo sinfonico - che annovera capolavori come le Sinfonie K. 201 e K. 183 - doveva segnare una svolta, in direzione di una finezza di scrittura e di un contenuto sentimentale, spesso interpretati come una autentica crisi Sturm und Drang. Eppure le Sinfonie della primavera 1773 - K. 184, K. 199, K. 162 e K. 181 - sono ancora lontane da questa svolta, e mostrano invece un carattere ancora apertamente "italianista", che si esplica anche nella articolazione in tre nitidi e brillanti movimenti. Tanto che si è ipotizzato che la loro stesura sia ascrivibile a una commissione di qualche mecenate italiano.

In particolare la Sinfonia n. 23 in do maggiore K. 181/162b (organico: archi e coppie di oboi, corni e trombe) ha come caratteristica quella che i tre movimenti sono fra loro collegati, scivolano direttamente l'uno nell'altro, come nelle ouvertures italiane. Il contenuto è comunque più complesso di quello di altre sinfonie dello stesso periodo, per una scrittura più "sapiente", secondo il gusto tedesco; nell'Allegro spiritoso iniziale, dopo quattro battute d'introduzione, troviamo un primo tema severo e oscuro, seguito da ripetute modulazioni in minore e da frequenti giochi strumentali, mentre il secondo tema, più melodico, è solo una breve parentesi. Significativo che, in questo periodo giovanile, Mozart non scriva una vera e propria sezione di sviluppo, basata su materiali dell'esposizione, ma piuttosto una succinta sezione di transizione, dopo la quale la ripresa è testuale.

Si giunge così all'Andantino grazioso, in cui gli archi introducono a un canto tenero dell'oboe, su cui si basa essenzialmente il movimento; e questo canto si mostra estremamente variato, mentre gli archi formano due gruppi distinti (violini contro viole e bassi), mostrando ancora la prassi tedesca. E tedesco, nel suo ritmo incessante di marcia, è il Rondò, che pure segue la forma italiana di alternanza fra un tema ricorrente e idee secondarie, ma non ha più la spensieratezza dei rondò delle sinfonie milanesi. Come dire che, anche in quest'opera giovanile, possiamo apprezzare quel sincretismo culturale, quella capacità di assorbimento e rielaborazione di stilemi appartenenti a differenti tradizioni, che costituisce una costante peculiare di tutta la produzione di Mozart.

Arrigo Quattrocchi

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Ritornato a Salisburgo nella primavera del 1773 dal suo terzo e ultimo viaggio in Italia, Mozart scrive su ordinazione la Sinfonia in re K. 181, e altre tre sinfonie-ouvertures, così dagli studiosi generalmente indicate per il loro carattere stilistico e formale. Ossia sinfonie disposte su tre movimenti che però si susseguono senza interruzione e dove lo sviluppo non è che una breve transizione ripresa anche dopo la seconda parte; ed erano non di rado impiegate come vere e proprie ouvertures teatrali. A differenza della precedente Sinfonia in mi bemolle K. 184 di tono romantico, la Sinfonia in re è tutta animata di sentimenti quanto mai semplici e ingenui, «senz'altra intenzione che di elaborare ingegnosamente idee musicali più o meno improntate al repertorio drammatico italiano», aggiungono Wyzewa e Saint-Foix. Vi si riscontra in più un vivace gusto strumentale riattinto all'ambiente salisburghese e del quale sono esempi il dialogo fiati-archi dell'Allegro spiritoso (con il ruolo di primo piano affidato ai due oboi) e la contrapposizione, nell'Andantino grazioso, tra melodia, variata, dell'oboe e la stessa, invariata, degli archi.

Il Presto assai è un rondò il cui tema suona come una di quelle marce tedesche che Mozart introdurrà volentieri nelle sue opere comiche.

Giorgio Graziosi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 2 maggio 1999
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 18 novembre 1965


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Ultimo aggiornamento 12 maggio 2016