Serenata n. 13 "Eine kleine Nachtmusik" in sol maggiore per orchestra d'archi, K 525


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Allegro (sol maggiore)
  2. Romanza. Andante (do maggiore)
  3. Minuetto e trio. Allegretto (sol maggiore)
  4. Rondò. Allegro (sol maggiore)
Organico: orchestra d'archi
Composizione: Vienna, 1 - 10 Agosto 1787
Edizione: Andrè, Offenbach 1827 ca.
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

I Divertimenti, le Cassazioni, le Serenate e i pezzi che prendono il nome di musiche notturne (la Nacht-musik K. 525 è una piccola serenata notturna) sono legati al gusto settecentesco di far musica insieme e riflettono una identica struttura formale in cui si alternano movimenti di danza e passaggi solistici e virtuosistici, riservati ad esecutori bravi e di talento, ma non necessariamente eccezionali. Per questa ragione le Serenate e i Divertimenti per archi e per strumenti a fiato sono musiche di piacevole ascolto, dalla scrittura semplice e lineare e dai segni armonici chiari e precisi, che denotano un classicismo equilibrato e sereno. Si avverte, è vero, la presenza di uno stile cameristico di solida fattura e di illuministica intelligenza, ma si è ancora lontani dal grande Mozart caratterizzato da una inesauribile capacità creativa e da una profonda e personale forza espressiva. Il dato rilevante delle Serenate e dei Divertimenti è la limpidezza e la trasparenza quartettistica del suono e l'omogeneità e la fusione degli impasti strumentali, in obbedienza alle regole di un discorso musicale accessibile a tutti e senza quei risvolti tragici e quei tormenti spirituali che pur esistono nell'arte mozartiana.

L'esempio più luminoso e universalmente conosciuto di Serenata è la Kleine Nachtmusik K. 525, composta nell'agosto del 1787 e adatta più all'orchestra d'archi che al quartetto solistico. Essa sembra richiamarsi alle deliziose composizioni giovanili salisburghesi (c'è una eco postuma dei Divertimenti per archi K. 136, 137 e 138) ed è stata scritta molto probabilmente in occasione di una ricorrenza festiva, destinata ad una esecuzione da tenersi in un elegante cortile o in giardino di un palazzo principesco, secondo le abitudini della società feudale e mecenatistica del tempo. La meditata disposizione dei quattro tempi, la calcolata valorizzazione del materiale tematico, l'eleganza e la nobiltà della linea melodica rivelano la grande maestria mozartiana del periodo viennese.

Il carattere sereno e l'andamento scorrevole della Serenata si evidenziano sin dall'attacco iniziale, cosi cordiale e misuratissimo negli effetti timbrici. Una purissima melodia contrassegna la delicatissima Romanza, in cui con pochi ed essenziali tratti armonici l'autore raggiunge risultati musicali di altissimo livello. Il Minuetto risente più delle altre pagine dello stile rococò, ma non c'è dubbio che Mozart riesca ad essere se stesso (si ascolti la leggerezza delle modulazioni degli archi) con la sua genialità inventiva. Secondo un'annotazione autografa dello stesso musicista, la Kleine Nacht-musik avrebbe dovuto racchiudere due minuetti con un trio, ma il primo è andato perduto o addirittura sarebbe stato spostato altrove. Il Rondò ha il classico taglio gioviale e brillante degli allegri finali e dispiega quella facilità melodica e contrappuntistica tipica della personalità di Mozart, sia che si serva degli strumenti o della voce umana.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Etne kleine Nachtmusik (Una piccola musica notturna, o serenata notturna) in sol maggiore K 525 fu composta da Wolfgang Amadeus Mozart nell'estate del 1787, presumibilmente in una breve interruzione del lavoro principale di quell'anno, la stesura del Don Giovanni. Infatti la composizione fu inserita dall'autore nel catalogo tematico personale alla data del 10 agosto 1787; il 1° ottobre Mozart partì alla volta di Praga per dare gli ultimi ritocchi e mettere in scena la partitura operistica.

Le vicende della genesi del brano sono del tutto ignote. Si tratta comunque - a parte Ein musikalisches Spass K 522, una serenata satirica pressoché contemporanea - dell'unica serenata per archi o con archi che Mozart abbia avuto occasione di comporre negli anni viennesi. Il genere della serenata comprendeva composizioni affidate ad un organico variabile di solisti e con un numero pure variabile di movimenti; fine unificatore di brani anche molto dissimili era quello intrattenitivo, per circostanze festive o ricorrenze o ancora per allietare la vita di tutti i giorni. Nel corso dei suoi anni salisburghesi Mozart aveva scritto un alto numero di composizioni per simili circostanze, ma il piccolo mecenatismo frequente nell'ambiente provinciale di Salisburgo cedeva il passo a Vienna a rapporti più sofisticati fra committenti e compositori. Possiamo comunque immaginare che anche Eine kleine Nachtmusik sia stata pensata per una simile circostanza, di cui ci sfugge il contesto.

L'organico della composizione è di cinque strumenti ad arco: due violini, viola, violoncello e contrabbasso, anche se gli ultimi due strumenti suonano all'unisono. Sul catalogo personale Mozart segnò una successione di cinque movimenti, ma ai posteri ne sono giunti solamente quattro, ed è da ritenersi smarrito il minuetto collocato dall'autore in seconda posizione; circostanza che sottrae al brano, per l'ascoltatore moderno, qualcosa del suo carattere di serenata. Tuttavia è difficile trovare qualcosa di simile nella contemporanea produzione di Mozart. Sia le grandi sinfonie viennesi che i quartetti per archi si avvalgono di una scrittura del tutto specifica - sinfonica o quartettistica - che non può essere confusa con quella della serenata, improntata a una essenzialità d'impianto, a una mancanza di sontuose elaborazioni negli sviluppi e di profondità concettuale nel contenuto espressivo.

La maestria di Eine kleine Nachtmusik consiste proprio nell'aderire compiutamente alle regole "semplici" della serenata con un artigianato inappuntabile, rivelando però a tratti la mano inconfondibile dell'autore, che guarda con più matura consapevolezza e quasi con distacco a un genere abbandonato da tempo. L'Allegro iniziale è un esempio paradigmatico di forma sonata, con la contrapposizione fra due temi (ritmico il primo, melodico il secondo), la loro libera elaborazione in uno sviluppo che Mozart rende espressivamente variato, e la loro compiuta riesposizione. Troviamo poi (in mancanza del primo minuetto) una Romanza dalla levigatissima linea melodica (con un romantico dialogo in minore fra violino e basso), un garbato minuetto con trio e un finale; quest'ultimo, definito dall'autore come rondò ma in realtà in una forma molto simile alla forma sonata, è percorso da un irresistibile impulso ritmico e da una ambientazione festosa, temperata appena dalle modulazioni screziate dello sviluppo.

Arrigo Quattrocchi

Guida all'ascolto 3 (nota 3)

Don Giovanni, seduto a una tavola riccamente imbandita, mangia e si diverte alle spalle del servitore Leporello che, affamato, s'ingozza cercando di non farsi vedere dal padrone. Sullo sfondo una musica conviviale, suonata da un piccolo complesso di fiati, nella quale si riconoscono le citazioni delle opere teatrali allora più in voga. In questa scena si riflette un'usanza assai comune presso le case nobili e borghesi di fine Settecento: le riunioni conviviali, le feste in genere, erano accompagnate da un sottofondo musicale, eseguito da un piccolo complesso di strumenti a fiato o ad arco. Vi prendevano parte musicisti in servizio militare o servitori, di livello non sempre altissimo; ma in certi casi, come presso la corte imperiale, il complesso era formato da eccellenti strumentisti, provenienti in genere dalla Boemia, terra che a quei tempi forniva i migliori virtuosi. Il repertorio, accanto a poche composizioni originali, comprendeva soprattutto trascrizioni e arrangiamenti di musiche tratte da opere, balletti, sinfonie.

In questo repertorio, gli strumenti a fiato - che verso la fine del Settecento potevano ormai competere con gli archi, grazie ai progressi tecnici, per agilità e intonazione - ebbero un ruolo di rilievo. L'organico poteva variare molto, ma si stabilizzò quando l'imperatore Giuseppe II, nell'aprile del 1782, promosse la formazione di un ottetto di fiati (costituito da due oboi, due clarinetti, due corni e due fagotti: il complesso era chiamato, in Austria, Harmoniemusik), da impiegare sia per l'intrattenimento della corte sia per esecuzioni pubbliche. Seguirono l'esempio dell'imperatore altri esponenti dell'aristocrazia, cosicché già a metà degli anni Ottanta si esibivano complessi di fiati nei principali palazzi nobiliari viennesi. Ciò fece lievitare la richiesta di composizioni per questa formazione, che vennero prodotte a centinaia adattando soprattutto le arie delle opere teatrali di successo. Mozart diede anch'egli un contributo al genere, componendo tre serenate per strumenti a fiato negli anni del soggiorno a Vienna.

Tra le musiche d'intrattenimento mozartiane nessuna ha raggiunto la popolarità della Serenata in sol maggiore per archi K 525, scritta per qualche specifica occasione nell'agosto del 1787, mentre Mozart lavorava ai secondo atto del Don Giovanni. Nel catalogo delle opere redatto dal compositore stesso, questa Serenata figura come una composizione in cinque movimenti: tra l'Allegro iniziale e la Romanza si trovava un Minuetto, che oggi però manca dalla partitura autografa ed è da considerarsi perduto.

Nei quattro tempi superstiti, la Serenata mostra tutte le caratteristiche del genere: temi pregnanti e immediatamente riconoscibili, una certa grazia rococò, un atteggiamento pomposo e piacevolmente discorsivo allo stesso tempo. Come tutte le musiche d'intrattenimento, scritte per allietare ricorrenze particolari, la Kleine Nachtmusik adotta una certa semplicità costruttiva. Il primo movimento (Allegro), in forma sonata, è caratterizzato da temi incisivi, dalla straordinaria forza d'impatto; la Romanza da una cantabilità spiegata, all'italiana. In forma di rondò, è ispirata a una serenità che è solo momentaneamente incrinata dall'episodio centrale, in modo minore. A un vigoroso Minuetto (Allegretto) succede uno spumeggiante Rondò (Allegro, dalla straordinaria forza ritmica propulsiva.

La ragione che ha reso giustamente e universalmente noto questo lavoro mozartiano risiede senza dubbio nella sua freschezza inventiva. Le serenate, eseguite spesso all'aperto, nascevano nel segno del disimpegno e sceglievano perciò melodie facilmente orecchiabili, di sapore «popolare». Ma in questo genere, Mozart porta una raffinatezza e una cura assolutamente inedite: qui, pur utilizzando una semplice orchestra d'archi, trasforma la composizione in un vero caleidoscopio di associazioni timbriche, sfruttando il suo innato talento per il colore strumentale. Semplicità del materiale tematico, raffinatezza della scrittura strumentale: i due aspetti si fondono in quell'equilibrio che costituisce l'essenza più profonda dell'arte mozartiana.

Claudio Toscani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 5 Gennaio 1991
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 16 aprile, 1992
(3) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al numero speciale AMS 097 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 16 febbraio 2017