Rondò per pianoforte in la minore, K 511


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Organico: pianoforte
Composizione: Vienna, 11 Marzo 1787
Edizione: Hoffmeister, Vienna 1787
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Il Rondò K. 511, composto a Vienna l'11 marzo 1787, nacque anch'esso come pezzo isolato e come tale fu pubblicato dall'editore Hoffmeister, senza alcuna correlazione con altri brani. Nel progressivo, cosciente abbandono dei modelli di Philipp Emanuel Bach, Mozart concepì una nuova forma di Rondò nella quale il giocoso susseguirsi di episodi era subordinato a leggi di superiore unità e coesione interiore. La libertà offerta da questa pagina senza condizionamenti si risolve in una straordinaria ricchezza di mezzi tecnici, armonici e contrappuntistici, intessuti in una trama così leggera e fantastica da non lasciar quasi avvertire la complessità del suo ordito. E su di esso, tra empiti lirici e utopiche beatitudini, si spalancano già gli orizzonti smisurati di Schubert.

Sergio Sablich

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Il Rondò in la minore K. 511 fu terminato da Mozart l'11 marzo 1787, come ci informa una indicazione autografa sul manoscritto. Reduce dal trionfo praghese delle Nozze di Figaro, il compositore si impegnava nella stesura del Don Giovanni, e, parallelamente alla transizione fra le due opere maggiori, il suo stile subiva una trasformazione verso orizzonti che - con un termine certamente eccessivo ma pure indicativo - Wyzewa e Saint Foix definiscono "romantici". Di questa trasformazione la musica pianistica si fa interprete immediata, e il Rondò K. 511 si mostra così lontanissimo da quel virtuosismo brillante e alla moda che, appena pochi mesi prima, affascinava l'intero mondo culturale viennese. Si tratta di una pagina sorprendente, di dimensioni inconsuete e di contenuto quasi improprio rispetto alla giocosa forma del rondò; sobria nella scrittura, si apre con un tema dal sapore vagamente esotico e dal carattere malinconico, che puntualmente si ripresenta nel corso del pezzo, alternandosi con delle sezioni di ambientazione analoga e coerente. Soprattutto l'elemento più innovativo è quello del cromatismo, che pervade tutta l'invenzione tematica del pezzo; così l'intero brano è pervaso da una tensione passionale che si qualifica come un risultato espressivo inedito e conferisce alla pagina la statura del piccolo capolavoro.

Arrigo Quattroocchi


(1) Testo tratto dal progrmma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Concliazione, 12 Aprile 2002
(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 4 novembre 1987


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Ultimo aggiornamento 15 maggio 2016