Musica funebre massonica "Maurerische Trauermusik"
in do minore, K1 477 (K6 479a)


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Organico: 2 oboi, clarinetto, corno di bassetto, controfagotto, 2 corni da caccia, archi
Composizione: Vienna, 10 novembre 1785
Prima esecuzione: Vienna, Loggia "Zur wahren Eintracht", 17 novembre 1785
Edizione: Andrè, Offenbach 1805
Guida all'ascolto (nota 1)

Ad aprire negli anni viennesi nuove prospettive a Mozart, come uomo e come artista, contribuì indubbiamente la massoneria, che allora attraversava un periodo d'oro nella capitale dell'impero asburgico, anche per la protezione accordatale da Giuseppe II. Quest'associazione non era allora tanto segreta, anzi svolgeva la propria azione con una certa ostentazione: i distintivi massoni venivano esibiti appesi alla catena dell'orologio, molti articoli di moda venivano chiamati à la fanc-macon e ovunque erano stampate ed eseguite le musiche massoniche. Molti vi aderirono per moda o per avere l'appoggio e la protezione dei "fratelli" o magari per la speranza di avere la rivelazione di grandi segreti esoterici, come la pietra filosofale o la comunicazione con gli spiriti dei defunti. Ma gli ideali alla base della massoneria erano ben più alti: il forte senso etico, l'amicizia e la fratellanza tra gli uomini, la liberazione dell'umanità dall'oscurantismo e dalla superstizione.

Fu tra la fine del 1784 e l'inizio del 1785 che Mozart si iscrisse alla loggia "Alla speranza incoronata nell'Oriente di Vienna", ritrovandosi in compagnia di aristocratici, eruditi e artisti. La loggia richiese a Mozart varie musiche per i propri riti, tra cui la più importante è la Maurerische Trauermusik (Musica funebre massonica), probabilmente composta già nel luglio del 1785 ma eseguita il 17 novembre nel corso di una cerimonia in memoria del conte Franz Esterhàzy von Galantha, Gran Maestro della loggia, e di un altro fratello, il duca Georg August von Mecklenburg-Strelitz. È un pezzo assai breve ma estremamente significativo, sia per il suo intrinseco valore musicale sia per il suo profondo significato spirituale.

Spicca nell'organico orchestrale della Musica funebre massonica la presenza di tre corni di bassetto e un controfagotto, che le conferiscono un particolarissimo colore velato e funereo. Ma ciò che ne fa qualcosa di unico nel catalogo mozartiano è il modo con cui l'arcaismo di un tema scritto negli antichi modi liturgici gregoriani viene incastonato in elementi audacemente moderni. Inizia come una sorta di deplorazione, con lunghi accordi dei fiati simili a profondi sospiri, intervallati da lunghe pause, su cui s'innesta una dolente frase dei violini primi, punteggiata dai cupi interventi di corni e controfagotto. Presto affiora agli archi un ritmo che allude a
una marcia funebre, mentre oboi e clarinetti accompagnano con una sorta di cantus frmus: è un dolore acuto e profondo, ma rattenuto e dignitoso, che non cede alla disperazione. Tornano, ancora più sofferenti, i singhiozzi degli strumenti a fiato, accompagnati ora dalle sincopi dei violini, e presto si è già alla coda, conclusa da un accordo in do maggiore, che lascia intravedere un raggio di speranza anche in questo momento di profondo abbattimento e sconforto.

Mauro Mariani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 8 gennaio 2012


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 8 febbraio 2012