Lied der Freiheit | Canto della libertà |
Wer unter eines Mädchens Hand Sich als ein Sclave schmiegt, Und von der Liebe festgebannt, In schnöden Fesseln liegt, Weh' dem! der ist ein armer Wicht, Er kennt die gold'ne Freiheit nicht. |
Chi sotto la mano di una bella fanciulla come uno schiavo umile si inchina, e, catturato da sentimenti d'amore, giace avvinto da un' infame catena: Guai a lui! Un pover'uomo sarà, che non conosce l'aurea Libertà! |
Wer sich um Fürstengunst und Rang Mit saurem Schweiss bemüht, Und eingespannt sein Lebenlang, Am Pflug des Staates zieht, Weh' dem! der ist ein armer Wicht, Er kennt die gold'ne Freiheit nicht. |
Chi per il favore dei potenti ed il rango si affanna sempre aspramente sudando, E, sotto il giogo per l'intera sua vita, l'aratro dello Stato in avanti trascina: Guai a lui! Un pover'uomo sarà, che non conosce l'aurea Libertà! |
Wer um ein schimmerndes Metall Dem bösen Mammon dient, Und seiner vollen Säcke Zahl Nur zu vermehren sinnt: Weh' dem! der ist ein armer Wicht, Er kennt die gold'ne Freiheit nicht. |
Chi per il possesso di un metallo scintillante accetta di farsi schiavo del perfido Mammone, e il numero dei suoi sacchi gonfi e ricolmi sempre di più accrescere egli vuole: Guai a lui! Un pover'uomo sarà, che non conosce l'aurea Libertà! |
Doch wer dies Alles leicht entbehrt, Wonach der Thor nur strebt, Und froh bei seinem eignen Herd Nur sich, nicht Andern, lebt, Der ist's allein, der sagen kann: Wohl mir, ich bin ein freier Mann! |
Ma chi di tutto quello facilmente si priva, cui solo un folle nella sua vita aspira, e del proprio focolare contento e sazio vive per sé e non all'altrui servizio, soltanto lui può dire in verità, io sono un uomo libero e vivo in libertà! |
(Traduzione di Ferdinando Albeggiani) |