Di gran lunga più importante, nella sua brevità, la Piccola Giga in sol maggiore K. 574, pagina che si riallaccia al grande interesse di Mozart, nei suoi ultimi anni, verso lo stile "antico" di Sebastian Bach e di Händel. Mozart aveva imparato a conoscere e ad ammirare la musica di questi autori grazie alla frequentazione del salotto del barone Gottfried van Swieten che, come diplomatico, aveva risieduto lungamente a Berlino, dove la musica di Bach era conosciuta e diffusa nei circoli legati al figlio Carl Philipp Emanuel. Al suo ritorno a Vienna, nel 1777, van Swieten doveva diventare un autentico mecenate, volto al culto di quella che era considerata la "musica antica", attraverso un circolo intellettuale che promuoveva molte esecuzioni. È per i concerti promossi da van Swieten che a Mozart venne richiesto di trascrivere quattro Oratori di Händel. All'ombra degli studi di questo stile "antico" nascono anche parecchi lavori pianistici segnati dal gusto arcaicizzante per il contrappunto.
La Piccola
Giga K. 574 venne scritta a Lipsia, tappa del
già citato viaggio compiuto a Berlino nella primavera 1789
insieme al principe Karl Lichnowsky. La composizione rappresenta un
piccolo dono vergato da Mozart, con la data del 16 maggio 1789, insieme
a una sincera dedica, sul quaderno personale dell'organista della corte
lipsiense, Karl Immanuel Engel. Insomma un omaggio musicale a uno
stimato collega. Nonostante Lipsia fosse la città nella
quale aveva svolto il proprio magistero Sebastian Bach, la Piccola Giga ha un
modello diverso, quello di Händel, e precisamente della Suite n. 8 in fa minore,
tratta dalla raccolta del 1722. Il contrappunto impeccabile delle tre
voci della Giga
ricalca da vicino quello händeliano, seguendo però
un percorso armonico non prevedibile, che rivela molto nitidamente la
mano di Mozart.
Arrigo Quattrocchi