Divertimento per orchestra n. 11 in re maggiore, K 251

Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Allegro molto (re maggiore)
  2. Minuetto I (re maggiore)
  3. Andantino (la maggiore)
  4. Minuetto II. Tema con Variazioni (re maggiore)
  5. Rondò. Allegro assai (re maggiore)
  6. Marcia alla francese (re maggiore)
Organico: oboe, 2 corni, archi
Composizione: Salisburgo, 26 - 30 Luglio 1776
Prima esecuzione: Salisburgo, Residenz-Theater, 21 Novembre 1778
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Le Serenate, i Divertimenti, le Cassazioni e i pezzi che prendono il nome di musiche notturne sono legati al gusto settecentesco di far musica insieme e riflettono una identica struttura formale in cui si alternano movimenti di danza e passaggi solistici o virtuosistici, riservati ad esecutori bravi e di talento, ma non necessariamente eccezionali. Per questa ragione le Serenate e i Divertimenti per archi e per strumenti a fiato sono musiche di gradevole ascolto, dalla scrittura semplice e lineare e dai segni armonici chiari e precisi, che denotano un classicismo equilibrato e sereno. Si avverte certamente la presenza di uno stile cameristico di solida fattura e di illuministica intelligenza, ma si è ancora lontani dal grande Mozart caratterizzato da una inesauribile forza creativa e da una profonda personalità espressiva. Il dato rilevante delle Serenate e dei Divertimenti è la limpidezza e la trasparenza quartettistica del suono e l'omogeneità e la fusione degli impasti strumentali, in ubbidienza alle regole di un discorso musicale accessibile a tutti e senza quei risvolti tragici e quei tormenti spirituali che pur esistono nell'arte mozartiana.

I Divertimenti mozartiani prevedono una struttura piuttosto varia e sono scritti o per archi e singoli strumenti a fiato oppure per soli fiati, il cui numero non è rigidamente fisso. La formazione più frequente contempla la presenza di due oboi, due corni e due fagotti (K. 213, 240, 252, 253, 270, 289); a volte si aggiungono due clarinetti (K. 196e e 196f, 375, 388), oppure anche due corni inglesi (K. 166 e 186). Non mancano accoppiamenti strumentali molto arditi con due flauti, cinque trombe e timpani (K. 187 e 188). Da ciò si deduce come il timbro strumentale rivesta un ruolo importante in queste composizioni, dove si rivela l'abilità del compositore nel contrapporre, ad esempio, il timbro chiaro dell'oboe alla voce malinconica e leggermente nasale del corno inglese, il suono stridente e metallico del corno di bassetto a quello dolce e pastoso del clarinetto.

Una prova abbastanza indicativa dello stile di queste composizioni viene data dal Divertimento K. 251, scritto da Mozart nel luglio 1776 per il compleanno della sorella Nannerl. Non per nulla il brano è punteggiato da ritmi brillanti, arguti e leggeri di intonazione parigina, sicuramente per assecondare i gusti della sorella, che, da brava claviccmbalista, si era specializzata nella esecuzione della musica francese. Tutto scorre con leggerezza ed eleganza galante, specie nel dialogo tra il suòno caldo e leggermente metallico dell'oboe e le fioriture del primo violino. Il Divertìmento si apre con un tempo in forma di sonata dal ritmo vivace ed allegro; segue un Minuetto in cui il musicista introduce ornamenti e variazioni al tema principale. L'Andantino è un delicato e delizioso rondò con una serie di intermezzi che sembrano tanti siparietti di un'unica scena. Il secondo Minuetto è un tema con sei variazioni, di cui l'ultima si richiama ciclicamente all'inizio del movimento. Anche il quinto tempo (Allegro assai) ha l'andamento di un rondò, sviluppato ampiamente e con ricchezza di invenzione timbrica. Il Divertimento si chiude con una Marcia alla Francese, detta in tal modo per il particolare carattere del ritmo, molto marcato e meno cantabile della maggior parte dei temi di marcia composti in precedenza da Mozart.

Si ritiene, secondo alcuni studiosi mozartiani, tra cui Alfred Einstein, che il musicista abbia anticipato in questo Divertimento in re maggiore i temi per il balletto parigino Les Petits riens composto nell'estate del 1778 e andato in scena senza il nome dell'autore sul manifesto, insieme all'opera buffa di Piccinni Le due gemelle, tanto che il successo andò al coreografo Noverre e nessuno seppe in quella occasione chi fosse l'autore dell'ouverture e delle quattordici danze distribuite in tre quadri.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Non si conoscono esattamente le circostanze che hanno portato alla composizione del Divertimento à 7 Stromenti, ma la data "luglio 1776" annotata sulla partitura autografa da Mozart stesso ha originato una serie di congetture rimaste ormai tradizionalmente associate alla composizione. La vicinanza di quella data all'onomastico e al compleanno della sorella di Mozart, Nannerl, hanno portato alla ipotesi, peraltro non suffragata da alcun elemento esterno, che la composizione possa essere stata una sorta di regalo di compleanno o di onomastico. Questo è il motivo per cui il brano è noto anche come Nannerl-Serenade. Solo in tempi più recenti, un'attenta lettura dell'epistolario ha consentito di individuare questa composizione come Finalmusik, ossia tra quelle composizioni che tradizionalmente venivano eseguite alla Facoltà di Filosofia di Salisburgo per celebrare gli esami finali, per l'anno 1777. L'esecuzione ritardata di un anno rispetto alla data di composizione è probabilmente dovuta ai nascenti dissapori con l'arcivescovo Colloredo che possono aver spinto il compositore ad utilizzare un brano vecchio di un anno. Il che, se impedisce che vi sia potuta essere un'esecuzione pubblica precedente, non esclude la possibilità di un'esecuzione privata, magari per la sorella del compositore. È l'unico lavoro di Mozart scritto per quest'organico e segue immediatamente la stesura della Haffner-Serenade che rappresenta il massimo sforzo compositivo in campo orchestrale di Mozart fino a quel periodo. Come di consueto in queste forme destinate all'intrattenimento (Divertimenti, Serenate e Cassazioni), il brano presenta un'articolazione in numerosi movimenti con due minuetti in seconda e quarta posizione, il primo con un trio affidato solo agli archi ed il secondo inframezzato da tre variazioni, per oboe ed archi e solo per gli archi, di gusto francese. L'Andantino centrale è forse il brano meno riuscito mentre la Marcia alla francese che chiude la composizione - ma non è escluso che potesse costituirne anche il pezzo di apertura - è un unicum nel campo delle Serenate mozartiane.

Andrea Rossi Espagnet


(1) Testo tratto dal progrmma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Concliazione, 31 Gennaio 1986
(2) Testo tratto dal progrmma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 20 febbraio 1997


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Ultimo aggiornamento 17 novembre 2014