È probabile che Mozart abbia iniziato la stesura del Divertimento KV 186 (159b) a Milano nei primi giorni del marzo 1773, poco prima della definitiva partenza per l'Italia, e l'abbia portata a termine una volta rientrato a Salisburgo. Così com'è probabile che il divertimento, caratterizzato da un organico singolare, sia legato con la partitura gemella KV 166 (159d) a una precisa commissione. In ogni caso, la composizione per soli fiati appartiene al filone delle musiche d'intrattenimento all'aria aperta per le quali Mozart dimostrerà in futuro una straordinaria sensibilità; il tono leggiadro e il disimpegno costruttivo si colgono fin dalla struttura e dalla brevità dei cinque movimenti, tutti, ad eccezione dell'Allegro finale, nella forma binaria propria dei tempi di danza. L'Allegro assai di apertura ha funzione introduttiva; dalla sequenza non può mancare poi il Menuetto, con Trio privo di corni e clarinetti; l'Andante e il cullante Adagio di inequivocabile matrice italiana introducono un'atmosfera di morbido abbandono; chiude, in buonumore, un sapido rondò.
Cesare Fertonani