Secondo il criterio cronologico del catalogo Koechel il primo dei concerti è il K. 207, il cui autografo reca la seguente dicitura: "Concerto a violino solo di W. A. Mozart a Salisburgo, lì 14 di Aprile 1775". Il tratto distintivo di questa composizione è la ricchezza delle idee melodiche, che costituisce del resto un aspetto inconfondibile dell'inventiva creatrice del musicista. Il Concerto si apre con un preludio orchestrale molto breve comprendente due temi separati e seguito da uno stesso ritornello deliziosamente espressivo. Il solista riprende il primo tema e successivamente sviluppa una serie di variazioni delicatamente arabescate, nel contesto di un gioco di modulazioni con il "Tutti" strumentale, in cui non manca la cadenza violinistica, senza eccessive figurazioni virtuosistiche. Anche l'Adagio inizia con due temi e un ritornello, mentre il violino solista propone una nuova frase alla quale si contrappone il primo dei due temi iniziali. Ciò che distingue questo secondo movimento è la linea del canto estremamente semplice e intimistica, tipicamente mozartiana. Il Presto conclusivo è molto haydniano non solo per il piglio ritmico iniziale, cordialmente estroso, ma per la freschezza quasi popolaresca dei due temi, ai quali se ne aggiunge un altro più breve e sviluppato, come una cadenza. Anche in questo movimento il ruolo del violino solista è molto curato e si inserisce abilmente nel discorso finemente variegato con il "Tutti" orchestrale, così da raggiungere nel passaggio delle diverse tonalità e tra cadenze brevi e lunghe (c'è anche una grande cadenza facoltativa) effetti di piacevole intrattenimento musicale.
Primo dei cinque, il Concerto in si bemolle maggiore K. 207 presenta tre movimenti in forma-sonata caratterizzati da un'accurata scrittura strumentale.
L'Allegro moderato inizia con l'Esposizione orchestrale, nella quale vengono presentati i temi principali del movimento, tutti nella tonalità d'impianto. Spicca fra di essi il tema d'esordio - sul quale avviene anche l'ingresso del solista - per lo slancio e la fisionomia marcata, tipicamente violinistica. Gli interventi orchestrali si riallacciano alla tecnica barocca del concerto a ritornelli; ma un legame ancor più esplicito con i modelli preclassici del concerto risiede nella caratteristica alternanza di piano e forte, di sezioni piene e di altre vuote, ciò che produce una dinamica «a terrazze».
L'Adagio, una pagina tranquilla nello spirito della serenata, mostra invece punti di contatto con lo stile galante nella cura del dettaglio, nelle inflessioni rococò, nella grazia sovrana della linea melodica. Accenti poco più accorati intervengono nel breve, ma intenso Sviluppo; la Ripresa, che è priva del tema secondario, è seguita dalla consueta cadenza solistica e da una breve coda.
Il Presto che conclude il Concerto si avvale di figurazioni dal ritmo scattante, che conferiscono una certa brillantezza a un brano nel quale la scrittura violinistica (impostata per intero su scale e arpeggi) ha ancora un carattere largamente convenzionale.
Claudio Toscani