An Chloe, K. 524, su testo di J.G. Jacobi, è una lirica d'amore nella forma di piccolo rondò, mosso e sbarazzino, leggiadramente all'italiana. La passione si stempera, grazie alla musica, in tenerezza e gioiosità, riportandoci ad un Mozart fanciullo, spensierato, al compositore che si diverte divertendo.
Salvatore Caprì
An
Chloe Wenn die Lieb aus deinen blauen, Hellen, offnen Augen sieht, Und vor Lust hineinzuschauen Mir's im Herzen klopft und glüht; Und ich halte dich und küsse Deine Rosenwangen warm, Liebes Mädchen, und ich schliesse Zitternd dich in meinen Arm! Mädchen, Mädchen, und ich drücke Dich an meinen Busen fest, Der im letzen Augenblicke Sterbend nur dich von sich lässt; Den berauschten Blick umschattet Eine düstre Wolke mir, Und ich sitze dann ermattet, Aber selig neben dir. |
A
Cloe Quando l'amore brilla nei tuoi azzurri chiari occhi sinceri e per la gioia di guardarvi dentro il mio cuore batte e arde e ti stringo, e bacio con passione le tue rosee gote, cara fanciulla, ti tengo tremante fra le mie braccia! O fanciulla, fanciulla, ti premo forte al mio cuore che infine, consunto, ti allontana da sé; una tetra nuvola vela lo sguardo inebriato e mi abbandono poi sfinito, ma felice accanto a te. |