Chi sa, chi sa, qual sia, K 582

Aria in do maggiore per soprano ed orchestra

Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Testo: Lorenzo da Ponte Organico: 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, archi
Composizione: Vienna, ottobre 1789

Aria sostitutiva per l'opera "Il burbero di buon cuore" di Vincente Martin y Soler
Guida all'ascolto (nota 1)

L'aria di Mozart "Chi sa, chi sa qual sia" K. 582 non fu in realtà concepita dall'autore come aria "da concerto" - ossia destinata già in origine ad essere cantata da qualche virtuoso committente all'interno di una "accademia", nome che veniva dato ai lunghissimi trattenimenti musicali che, secondo l'uso dell'epoca, alternavano diversi esecutori e diversi generi compositivi. Ebbe invece la prima esecuzione all'interno di un'opera teatrale, che era invece un lavoro di un altro compositore, Il burbero di buon cuore di Vicente Martin y Soler.

Che Mozart abbia aderito senza sdegnarsi, in questa come in molteplici altre occasioni, alla prassi di aggiungere propria musica ad opere di altri autori - allora più rinomati di lui, come Cimarosa, Paisiello, Pasquale Anfossi, e lo stesso Martin y Soler - è cosa che non deve stupire. La prassi delle arie "sostitutive" si inserisce infatti compiutamente in un sistema produttivo, quale quello dell'opera del Settecento, incentrato principalmente sulla figura del cantante. Il passaggio di un'opera da una piazza teatrale a un'altra, o anche la ripresa a distanza di tempo nella stessa città comportava il suo adattamento alla situazione contingente, alle nuove esigenze di una differente compagnia di canto. Da qui nasceva la prassi - considerata all'epoca del tutto legittima, con buona pace dei sempre vigili cultori dell'unità dell'opera d'arte - di inserire all'interno di un'opera vecchia un'aria nuova, confezionata su misura per il virtuoso disponibile sulla piazza.

In mancanza dell'autore della vecchia opera nella nuova città o in occasione della ripresa, a operare gli indispensabili aggiustamenti provvedeva qualche compositore locale; il quale era ovviamente tenuto in primo luogo a venire incontro a tutte le esigenze ed i capricci dei nuovi virtuosi.

Quando Il burbero di buon cuore di Martin y Soler, che aveva debuttato a Vienna nel gennaio 1786, venne ripreso nella stessa città, il 9 novembre 1789, toccò dunque a Mozart fare i cambiamenti del caso, con il probabile sostegno di Lorenzo da Ponte per i nuovi testi poetici. Ecco insomma che "Chi sa, chi sa qual sia" K. 582 venne espressamente pensata (insieme a un'altra pagina destinata sempre al Burbero, "Vado, ma dove?" K. 583) per i mezzi di Louise Villeneuve, una cantante appena entrata nella compagnia viennese e passata alla storia per essere stata, nel gennaio 1790, la prima interprete del ruolo di Dorabella in Così fan tutte (per lei Mozart aveva già scritto un'altra aria sostitutiva, "Alma grande e nobil core" K. 578, da inserirsi, nell'agosto 1789, ne I due baroni di Rocca azzurra di Cimarosa). Ben poche sono le notizie biografiche accertate intorno a questa interprete. Si è ipotizzato - senza in realtà grande fondamento - che fosse la sorella di Adriana Ferrarese del Bene (pseudonimo di Francesca Gabrieli; una grande virtuosa nativa di Ferrara, che fu la prima Fiordiligi in Così fan tutte). E noto come, prima di entrare a far parte, nel 1789, della compagnia del Burgtheater di Vienna, la Villeneuve avesse cantato nel 1787-88 a Venezia presso il Teatro San Moisè. Si può aggiungere ora - come dato inedito - che, con altri membri del Burgtheather - i coniugi Bussani, interpreti di Alfonso e Despina in Così fan tutte - si trasferì in seguito a Roma, dove fu attiva al Teatro Valle negli anni Novanta del secolo. Non arrivò comunque mai ad essere una grande virtuosa, e la scrittura vocale della parte di Dorabella mostra come potesse vantare buona tecnica e sicuro carattere, anche se non una grande estensione vocale.

Nella sua brevità "Chi sa, chi sa qual sia", sviluppa nel modo migliore queste caratteristiche vocali. L'aria viene intonata dal personaggio di Madama Lucilla, moglie sfortunata di Giocondo, assillato dai debiti ma ben deciso ad imporre alla moglie di non immischiarsi dei suoi affari familiari; e la sposa si domanda così quale sia la causa della collera del marito. Si tratta di un Andante che dipinge mirabilmente l'agitazione del personaggio, con il suo fraseggio spezzato, le improvvise colorature, le ombreggiature armoniche, nonché il fitto ordito dei fiati che si intrecciano con il soprano. In definitiva una patina che, all'interno del Burbero, non deve aver mancato di fare il suo effetto e di garantire i meritati applausi alla solista.

Arrigo Quattrocchi

Testo

MADAMA LUCILLA

Chi sa, chi sa qual sia
L'affanno del mio bene?
Se sdegno, gelosia,
Timor, sospetto, amor.

Voi che sapete, oh Dei!
I puri affetti miei,
Voi questo dubbio amaro
Toglietemi dal cor.
(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 18 gennaio 1998


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Ultimo aggiornamento 18 settembre 2014