Bastien und Bastienne, K1 50 (K6 46b)
Singspiel in un atto
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Libretto: Friedrich Wilhelm Weiskern, Johann Andreas Schachtner, Johann Heinrich Friedrich Muller
Ruoli:
- Bastienne, una pastorella innamorata
di Bastien (soprano)
- Bastien, un pastore (tenore)
- Colas, pastore e mago del villaggio (basso)
- Pastori e pastorelle
Organico: soprano, 2 tenori, basso, 2 oboi (anche flauti), 2 corni, archi
Per i recitativi: clavicembalo e violoncello
Composizione: Vienna, Estate 1768
Prima rappresentazione: Vienna, Gartentheater, 1 Ottobre 1768
Struttura musicale
- Ouverture
- Allegro (sol maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Scena prima:
- Mein
liebster Freund hat mich verlassen - Aria (Bastienne) -
Andante un poco Adagio (do maggiore) - 2 oboi, archi
Bastien,
du
fliehst
von mir - Recitativo (Bastienne)
- Ich
geh' jetzt auf die Weide - Aria (Bastienne) -
Andante (fa maggiore) - 2 corni, archi
Scena seconda:
- Pastorale
- Allegretto (re maggiore) - archi
- Befraget
mich ein zartes Kind - Aria (Colas) -
Allegro (re maggiore)
- 2 oboi, archi
Willkommen,
Herr Colas! - Recitativo (Bastienne, Colas)
- Wenn
mein Bastien im Scherze - Aria (Bastienne) -
Tempo grazioso (sol
maggiore) - 2 corni, archi
O,
deine
Wohlthat ist zwar gross -
Recitativo (Colas, Bastienne)
- Wurd'
ich auch, wie manche Buhlerinnen - Aria
(Bastienne) - Allegro
moderato (si bemolle maggiore) - 2 oboi, archi
Nun
gib dich
nur
zufrieden - Recitativo (Colas, Bastienne)
- Auf den
Rath, den ich gegeben - Duetto (Colas,
Bastienne) - Allegro
(fa maggiore) - 2 corni, archi
Scena terza:
- Ein
wunderlich verliebtes Paar - Testo parlato (Colas)
Scena quarta:
- Grossen
Dank dir abzustatten - Aria (Bastien) - Allegro (do
maggiore)
- archi
- Geh'!
du sangst mir eine Fabel - Aria (Bastien) - Moderato (sol
maggiore) - 2 corni, archi
- Diggi,
daggi, schurry, murry - Aria (Colas) - Andante maestoso
(do
minore) - 2 oboi, archi
Scena quinta:
- Meiner
Liebsten schone Wangen - Aria (Bastien) - Tempo di
Minuetto
(la maggiore) - 2 flauti, archi
Scena sesta:
- Hier
ist sie wirklich schon - Recitativo (Bastien, Bastienne)
- Er war
mir sonst treu und ergeben - Aria (Bastienne) - Andante
(fa
maggiore). Un poco Allegro. Adagio - 2 corni, archi
- Geh'
hin! dein Trotz soll mich nicht schrecken - Aria (Bastien,
Bastienne) - Adagio maestoso (mi bemolle maggiore). Allegro. Grazioso
un poco Allegretto. Adagio. Allegro - archi
- Dein
Trotz vermehrt sich durch mein heiden?
- Recitativo (Bastien) -
... (sol minore) - archi
Wohlan!
den
Augenblick hol'ich - Recitativo
(Bastien, Bastienne) - Arioso (sol minore) - archi
- Geh'!
Herz von Flandern! - Duetto (Bastienne,
Bastien) - Allegro
moderato (si bemolle maggiore). Adagio. Andantino - 2 corni, archi
- Kinder!
seht nach Sturm und Regen - Trio
(Bastienne, Bastien, Colas)
- Allegro moderato (re maggiore). Allegro - 2 oboi, 2 corni, archi
Arie di rilievo
n. 2: «Ich geh' jetz auf die
Weide» (Bastienne)
n. 4: «Befraget mich ein zartes
Kind» (Colas)
n. 6: «Würd ich auch, wie
manche Buhlerinnen» (Bastienne)
n. 9: «Geh! du sagst mir eine
Fabel» (Bastien)
n. 10: «Diggi, daggi» (Colas)
n. 14: «Dein Trotz vermehrt sich durch mein
Leiden?» (Bastien e Bastienne)
n. 16: Terzetto finale: «Kinder! Kinder!»
La gestazione di questo breve spettacolo coinvolse a
metà Settecento una piccola folla di personaggi tra Parigi e
Vienna. Nato come parodia del famoso Devin du village di
Rousseau (1752) ad opera della coppia Guerville-Favart, venne importato
a Vienna nel 1764 da due attori, Weiskern e Müller, che
prepararono, su commissione del conte Durazzo, il testo tedesco di cui
si servì il dodicenne Mozart: non prima però che
il salisburghese Johann Andreas Schachtner apponesse gli ultimi
ritocchi al libretto dell'operina. La quale, a ulteriore
complicazione della vicenda, fu forse
rappresentata in casa (o nel giardino) di Anton Mesmer, il medico
studioso del magnetismo citato in Così
fan tutte: non è dato tuttavia saperlo con
certezza, mancando ogni documentazione al riguardo. Nel testo
definitivo il tema dell'autentica, innocente vita pastorale
di roussoviana memoria, ultima moda tra i soggetti teatrali
dell'epoca, si coniuga con scoperti, maliziosi riferimenti
alla corruzione e al degrado morale in cui l'amore
può incorrere, se attratto nell'orbita del danaro.
L'amore tra Bastien e Bastienne si sta
incrinando per le lusinghe che il mondo esterno esercita sul ragazzo,
strappandolo all'idilliaca felicità campestre. Per
riconquistarlo, Bastienne si rivolge al mago Colas che, esperto di
malizie mondane, le suggerisce di ostentare indifferenza; pentito, il
ragazzo ritornerà infatti dalla fedele compagna.
L'ideale di semplicità naturale,
propugnato dagli illuministi in musica, viene assunto dal giovane
Mozart nell'apparente immediatezza dei sedici numeri di
questa partitura. Melodie di incantevole dolcezza e trasparenza si
susseguono, nascondendo una maturità di scrittura
già notevole, capace di coniugare magistralmente
l'arte con la natura; raggiunti a dodici anni, senza
apparente sforzo, questi risultati corrispondono al progetto estetico
dell'Illuminismo maturo, cui Mozart terrà fede
sino alle ultime opere. Tra gli aspetti più rilevanti della
partitura si considerino l'invenzione melodica originale e
pregnante, l'economia tematica già notevole, la
vivacità ritmica e l'eufonia nella scrittura
orchestrale (prossima alle sinfonie giovanili), la costruzione di arie
'in miniatura' perfettamente chiaroscurate, tramite
l'inserimento di una sezione contrastante. Globalmente questo
Singspiel rappresenta quanto di più originale il giovane
compositore andasse componendo per il teatro in quegli anni, attingendo
- nonostante l'apparente semplicità e immediatezza
dell'espressione - a un grado di complessità di
scrittura già del tutto personale; vi si trovano gesti
vocali di carattere buffo degni dei capolavori della
maturità, come quello che segnala lo scatto
d'orgoglio di Bastienne, quando Colas osa supporre che anche
lei possa essere infedele ("Würd'ich auch wie manche
Buhlerinnen"). A un altro luogo della maturità mozartiana,
al Flauto magico,
rimanda invece la decisione di Bastien di uccidersi, se non
potrà avere l'amore di Bastienne: sembra di
sentire i propositi di Papageno, e infatti anche in questo caso il
suicidio è solo annunciato. Viene quindi descritto
l'incedere un po' vacuo dell'incostante
Bastien, mentre poco dopo il mago Colas esibisce i suoi poteri tra le
formule esoteriche di un'aria memorabile ("Diggi, Daggi,
schurry, murry"), ambientata, in perfetta maniera Sturm und Drang,
nell'atmosfera cupa del do minore, e felicemente
controbilanciata dal brano seguente, l'intenso, sereno
minuetto di Bastien "Meiner Liebsten schöne Wangen", creando
così un dittico inferi/campi elisi omologo all'Orfeo ed Euridice
gluckiano.
(1)
"Dizionario dell'Opera 2008", a cura di Piero Gelli, edito da Baldini Castoldi
Dalai editore, Firenze
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Ultimo aggiornamento 26 agosto 2013