Alma grande e nobil core

Aria in si bemolle maggiore per soprano ed orchestra, K 578

Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Testo: G. A. Palomba Organico: soprano, 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni, archi
Composizione: Vienna, Agosto 1789
Prima esecuzione: Vienna, Burgtheater, 6 settembre 1789

Aria sostitutiva per l'opera "I due baroni di Rocca Azzurra" di Domenico Cimarosa
Guida all'ascolto (nota 1)

L'aria «Alma grande e nobil core» K. 578, è in si bemolle e risale all'agosto del 1789: Mozart la scrisse per Louise Villeneuve, la Dorabella di Così fan tutte, che l'avrebbe cantata, inserita nel testo, nel corso della rappresentazione a Vienna dell'opera I due baroni di Rocca Azzurra, secondo l'usanza teatrale del tempo. Il tema si snoda dapprima piano e poi più sostenuto e forte, così da permettere al personaggio di madame Laura (è la protagonista dell'aria) di sfoggiare le sue qualità belcantistiche. Ritorna quindi la frase iniziale e si snoda questa volta secondo lo stile imitativo, svolgendo un nuovo discorso sulle parole: «E so farmi rispettar». L'orchestra fa da contrappunto con modulazioni molto misurate, mentre il canto assume il tono di invettiva («Va, favella a quell'ingrato») per poi addolcirsi. Sopravviene un Allegro assai e successivamente madame Laura accentua la propria eccitazione («Ma non merita perdono, sì mi voglio vendicar»). Su un accompagnamento dì crome degli archi la donna apostrofa l'ingrato amante, mentre l'aria assume un tono più incisivamente espressìvo, per concludersi con la frase dei violini sul tema dell'Allegro assai.

Testo

Alma grande e nobil core
le tue pari ognor disprezza.
Sono dama al fasto avvezza
e so farmi rispettar.
Va, favella a quell'ingrato,
gli dirai che fida io sono.
Ma non merita perdono,
si, mi voglio vendicar.
(1) Testo tratto dal progrmma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 7 febbraio 1982


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Ultimo aggiornamento 17 aprile 2013