L'aria «Alma grande e nobil core» K. 578, è in si bemolle e risale all'agosto del 1789: Mozart la scrisse per Louise Villeneuve, la Dorabella di Così fan tutte, che l'avrebbe cantata, inserita nel testo, nel corso della rappresentazione a Vienna dell'opera I due baroni di Rocca Azzurra, secondo l'usanza teatrale del tempo. Il tema si snoda dapprima piano e poi più sostenuto e forte, così da permettere al personaggio di madame Laura (è la protagonista dell'aria) di sfoggiare le sue qualità belcantistiche. Ritorna quindi la frase iniziale e si snoda questa volta secondo lo stile imitativo, svolgendo un nuovo discorso sulle parole: «E so farmi rispettar». L'orchestra fa da contrappunto con modulazioni molto misurate, mentre il canto assume il tono di invettiva («Va, favella a quell'ingrato») per poi addolcirsi. Sopravviene un Allegro assai e successivamente madame Laura accentua la propria eccitazione («Ma non merita perdono, sì mi voglio vendicar»). Su un accompagnamento dì crome degli archi la donna apostrofa l'ingrato amante, mentre l'aria assume un tono più incisivamente espressìvo, per concludersi con la frase dei violini sul tema dell'Allegro assai.