Le composizioni che Mozart scrisse per Marianna Kirchgässner, celebre virtuosa cieca di armonica, risalgono all'ultimo anno della sua vita. Fu a Vienna nel 1791 che Mozart scrisse per questa artista, da lui assai ammirata, un Adagio solistico in do maggiore (iscritto dal Köchel erroneamente al n. 356 del suo catalogo, cronologicamente restituito al suo posto dall'Einstein con l'attribuzione del n. 617 a), e un Adagio e Rondò in do minore (Köchel e Einstein, n. 617) per un complesso di strumenti che all'armonica unisce un flauto, un oboe, una viola e un violoncello.
Se l'Adagio in do maggiore per sola armonica vuole soprattutto mettere in rilievo le possibilità dello strumento, sia pure senza eccessi virtuosistici, ed anzi con un equilibrio che congiunge alla grazia del porgere una sorta di melanconica nostalgia, l'Adagio e Rondò va considerato uno dei capolavori assoluti di Mozart, tanto che l'Einstein lo definisce «una delle opere divine» di Mozart, la «controparte strumentale dell'Ave verum, di una bellezza ultraterrena nell'introduzione (in minore) e nel rondò (in mi maggiore)».
Carlo Marinelli