Tirsi e Clori, SV 145

Ballo concertato con voci et istrumenti a 5

Musica: Claudio Monteverdi (1567 - 1643)
Testo: Alessandro Striggio
  1. Per monti e per valli
  2. Dolcissimo Tirsi
  3. Su Clori mio core
  4. Si Tirsi mia vita
  5. Già Clori gentile
  6. Balliamo ch'el gregge
Organico: tenore, soprano, 5 violini, basso continuo
Edizione: Bartolomeo Magni, Venezia, 1619 in Settimo Libro de Madrigali
Dedica: Caterina de' Medici, duchessa di Mantova e Monferrato
Guida all'ascolto (nota 1)

Il Settimo Libro (1619 dopo altri brani memorabili (Tempro la cetra, Con che soavità, La lettera amorosa), si conclude con una composizione che sembra tratta dal finale di un'opera, il ballo concertato Tirsi e Clorì. Una pagina fresca, vivace e piacevolissima, rappresentata probabilmente nel Teatro di Corte a Mantova nel 1616; un dialogo, quello fra il pastore Tirsi e la pastorella Clori, serrato e dinamico, che muove l'azione in un accattivante quadro bucolico completato dalla danza, un vero Madrigale concertato strutturato a sezioni come una Canzone a ballo.

Laura Pietrantoni

Testo

Tirsi e Clori

Ballo
(Concertato con voci et instrumenti a 5)


[Cominciano a parlare in dialogo Tirsi e Clori)

[Tirsi solo:]
Per monti e per valli
bellissima Clori
già corrono a balli
le Ninfe e Pastori.
Già Meta e festosa
ha tutto ingombrato
la schiera amorosa
il seno del prato.

[Sopra ad un altro Chitarone o Spinetta risponde Clori dicendo quanto segue:]
Dolcissimo Tirsi
già vanno ad unirsi
già tiene legata
l'amante l'amata.
Già muovon concorde
il suono a le corde
noi soli negletti
qui stiamo soletti.

[Tirsi:]
Su Clori mio core
andianne a quel loco
ch'invitano al gioco
le Grazie ed Amore.
Già Tirsi distende
la mano e ti prende
che teco sol vole
menar le parole.

[Clori:]
Si Tirsi mia vita
ch'a te solo unita
vo girne danzando
vo girne cantando
Pastor benché degno
non faccia disegno
di mover le piante
con Clori sua Amante.

[Clori e Tirsi]
Già Clori gentil
noi siam ne la schiera
con dolce maniera
seguiam il lor stile.
Balliamo balliamo
Balliamo ed intanto
spieghiamo col canto
con dolci bei modi
del ballo le lodi.

[Seguita il ballo a 5 con istrumenti e voci, Concertato e adagio]

[Tutti]
>Balliamo ch'el gregge
al suon de l'avena
che i passi coregge
il ballo ne mena
e saltano snelli
i capri e gli agnelli.
Balliam che nel Cielo
con lucido velo
al suon de le sfere
hor lente hor leggiere
con lumi e facelle
su danzan le stelle.
Balliam che d'intorno
nel torbido giorno
al suono de' venti
le nubi correnti
se ben fosche adre
pur danzan leggiadre.
Balliamo che l'onde
al vento che spira
le move e l'aggira
le spinge e confonde
si come loro siede
se movon il piede
e ballan le linfe
quai garuli Ninfe.
Balliam che i vezzosi
bei fior rugiadosi
se l'aura si scuote
con urti e con ruote
fan vaga sembianza
anch'essi di danza.
Balliamo e giriamo
corriamo e saltiamo
qual cosa è più degna
il ballo c'insegna.

[Riverenza]
(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium di via della Conciliazione, 7 febbraio 2003


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Ultimo aggiornamento 15 novembre 2015