Non vedrò mai le stelle, SV 126
Musica: Claudio Monteverdi (1567 - 1643)
Testo: autore ignoto
Organico: 2 tenori, basso continuo
Edizione: in
Concerto. Settimo Libro
de Madrigali, Bartolomeo Magni, Venezia, 1619
Dedica: Caterina de' Medici, duchessa di Mantova e Monferrato
Il sommo cremonese è l'autore del madrigale «Non vedrò mai le
stelle» per 2 tenori e basso continuo, appartenente al VII libro,
dotato, secondo la fantasiosa voga dell'epoca, di un titolo originale: Concerto. Si tratta
di un tipico madrigale concertato a due voci monteverdiano che articola
l'anonimo testo poetico (il lamento di un amante abbandonato) in
sezioni contrastanti, secondo una notevole varietà di soluzioni
compositive, fornendo quello che è stato interpretato come uno degli
esempi più precoci di accoppiata recitativo-aria (Nigel Fortune: il
passaggio dal primo alla seconda avverrebbe alla fondamentale
articolazione testuale dell'apostrofe in discorso diretto «O luci
belle»).
Raffaele Mellace
Non
vedrò mai le stelle
Non vedrò mai le stelle
de' bei celesti giri,
perfida, ch'io non miri
gl'occhi che fur presenti
alla dura cagion de' miei tormenti.
E ch'io non dica a lor: «O luci belle,
deh, siatesi rubelle
di lume a chi rubella è si di fede,
ch'anzi a tanto occhi e tanti lumi ha core
tradir amante sotto fè d'amore.
(
Settimo Libro de
Madrigali)
(1)
Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 193 della rivista Amadeus
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Ultimo aggiornamento 6 maggio 2017