Composta a Mills nel 1960 per commissione dell'Orchestre Symphonique d'Oakland (California). Si tratta di una composizione di un certo respiro. Il tema iniziale del primo Vivo sorge da alcune quartine dei violini e da pizzicati delle viole e dei violoncelli, un tema che si ripresenterà via via suddiviso, interessando anche gli strumenti a fiato. Il movimento sosta per riprendere poi quasi subito, e con maggiore impegno, con l'impiego di flauti, oboi, clarinetti e fagotti. La vitalità del tema iniziale è dunque sempre presente, a volte rafforzata anche dalla batteria, fino a che tutto si va semplificando col penetrare nelle sonorità più lievi e concludendo con un accordo con sordine ai fiati e con un pizzicato negli archi.
Il secondo tempo, Svogliato, trova collegati flauti e violino solista, ma presto allo strumento a fiato si sostituiscono i corni. Il tema è semplice, ispirato nel suo quieto andamento in 6/8. Quindi i violini cantano tutti insieme con gli altri archi e le trombe, con interventi dei corni e dei clarinetti, raggiungono il registro acuto. Poi le sonorità diminuiscono di intensità fino a far usare la sordina agli archi. Ecco alcune volute dell'oboe, dei flauti, anche delle viole; dopo un rullio in pianissimo dei timpani e una riapparizione del violino solo, il tempo si spegne su sonorità estremamente deboli.
Terzo tempo: altro Vivo; un accordo brusco degli archi e della percussione e via un tema brillante che apparirà negli strumentini sempre marcato da accordi degli archi, fino a che restano accoppiati flauti e fagotti. Quindi una nuova idea tematica che si svolge con una certa ampiezza e con interventi vari, sempre brillante e sempre viva, con glissati di arpe e brevi apparizioni della percussione. Gli strumentini si divertono nello svolgimento, alimentati anche dal frequente mutare della battuta. Le varie idee tornano e si fondono una con l'altra: interessanti un passaggio cromatico degli archi, un'apparizione dei corni, alcune volute del flauto fino a che gli archi riprendono il sopravvento. Alcuni scambi di idee tra archi e fiati riconducono al clima iniziale e tutto termina brillantemente e nelle sonorità più forti, su un accordo a cui prende parte tutta l'orchestra.
Mario Rinaldi